domenica 26 novembre 2023

Rio Colorè Ovest - Festival Snack Bar (79)

Rio Colorè Ovest - Facebook


Voto: 79
Numero di visite: 1
Ultima visita: 11/2023
Fascia di prezzo: 13-15
Guide e recensioni: Golosario, La Stampa, La Repubblica 

-Bra- (CN) 


Un ex Autogrill sull'autostrada Torino Savona in direzione Liguria, che ha continuato a riscuotere un enorme successo anche dopo la chiusura della stazione di benzina, che oggi si è trasformata in un ombreggiato dehors con alcuni tavolini per pranzare davanti al piccolo snack bar.
Perchè recensisco uno snack bar? Perchè qui si mangia da DIO!!!!
Addirittura citato dal Golosario di Massobrio, con articoli entusiastici sulla Stampa e sulla Repubblica, questa ex stazione di rifornimento carburante sta diventando una meta per i gourmet piemontesi in direzione Liguria: panino alla salsiccia cruda di Bra (senza aggiunte per me, straordinario!), o con aggiunta di Robiola di Roccaverano o Toma della Valpellice, e ancora tante altre sfiziosità, con l'aggiunta di poter acquistare in loco alcuni prodotti d'eccellenza del territorio piemontese e delle Langhe in particolare.
SUPER! 👍
Dopo il panino, esperienza impressionante sull'auto da rally guidata da Patrick Gagliasso, una Skoda Fabia da 300 CV con la quale io, Diego e Riky abbiamo fatto a turno da passeggero-copilota per un tratto super adrenalinico sui tornanti di Montemale di Cuneo: vedere foto allegate.

Per il Golosario: "Sull’autostrada Torino-Savona è possibile fare un vero viaggio nel gusto in questo punto di sosta che saprà sorprendervi fin dalla vetrina dei panini. Tra gli ingredienti la salsiccia di Bra è regina, ma non sono da meno la toma d’Alba al tartufo, il Bra tenero, il Raschera, la Robiola di Roccaverano e le acciughe del Cantabrico. Ampia la scelta dei prodotti in esposizione: torte e biscotti alle nocciole, paste di meliga, brutti e buoni e baci."

Per La Stampa: "Quasi un anno dopo ancora resistono. Sveglia nel cuore della notte, alle 4 la prima infornata di panini, l’apertura alle 5,45, e avanti fino alla chiusura delle 22. Al Rio Colorè di Marene, sulla A6, nulla è cambiato. E dire che nessuno ci avrebbe scommesso. «Soppressione»: così il decreto attuativo del ministero dei Trasporti aveva cancellato dalla geografia delle autostrade l’area di servizio di Marene Ovest. Ma Alberto Vinai, sua moglie Lorella e i dipendenti hanno detto no, «noi restiamo». E hanno lottato, anche a furor di clienti che per mesi li hanno sostenuti. E di associazioni di categoria e politica che, da Confcommercio ai sindaci, ha organizzato petizioni e sit-in di solidarietà. E alla fine l’hanno spuntata.
Quasi. Perché ora temono un’altra spada di Damocle: il bando di affidamento dell’area che il ministero dovrebbe varare a breve. Vi parteciperanno? Certamente sì. Il problema è però tutto italiano: spuntarla con i colossi dei grandi marchi pronti a prendersi un’area che fa gola. Perché qui dovrebbe sorgere un nuovo eliporto. L’idea è di Adf, l’Autostrada dei fiori, che in piena bufera per la protesta dell’area soppressa, aveva chiesto al ministero di mantenerla in vita. Creando, oltre alla pista di atterraggio per gli elicotteri che andrebbe ad aggiungersi a quella già esistente nel tratto appenninico, anche un piazzale sicuro e dedicato per consentire al dipartimento dei Trasporti lo svolgimento di controlli tecnici su strada dei veicoli pesanti. Dunque Rio Colorè Ovest diventerà un’area strategica sia per i soccorsi sia per i controlli.Non potevano chiedere di meglio i gestori del «Bar Festival» di Marene. Bando del ministero permettendo, però. Alberto Vinai: «Nel 2020 festeggeremo i trent’anni di storia. Abbiamo le carte in regola per partecipare al bando, ma la concorrenza con i colossi è un timore concreto». Nel frattempo il bar è cresciuto in numeri e presenze: «Il 2019 ci ha portato un’insperata vittoria. Ma è stato anche un anno meraviglioso grazie alla solidarietà della gente». Il bar è una vetrina dell’orgoglio cuneese, declinata in una spianata di panini con salsiccia di Bra, porro di Cervere, Castelmagno, Raschera e tanto altro. Un piccolo tempio gourmet che chiede sopravvivere."

Per La Repubblica: "Sono rimasti in due. E non hanno intenzione di smobilitare. Ieri mattina non hanno riconsegnato le chiavi e si sono rifiutati di tirare giù le saracinesche delle aree di servizio di Rio Colorè, quella famosa per i panini gourmet, e di Mondovì ovest sull'autostrada Torino-Savona. L'altra stazione di servizio, quella di Priero est - graziata a inizio anno dalla scure della chiusura, ma solo per due settimane - si è invece arresa e ha chiuso i battenti. Per i "resistenti" dell'autogrill la prossime saranno settimane complicate "anche se - spiega Alberto Vinai, che con la moglie Lorena gestisce da 28 anni il "Bar Festival" - non vogliamo arrenderci perché lavorare è un nostro diritto, abbiamo dei dipendenti da tutelare e la clientela è dalla nostra parte". Lui, con il gestore dell'area di sosta monregalese, ha deciso di non consegnare le chiavi degli immobili alla società che ha la concessione delle aree sulla A6. "Non riconsegniamo l'area perché la società concessionaria non ha preso provvedimenti di riconvertirla come previsto dal decreto del 2015" è stato scritto su suggerimento dei legali su verbale di "non riconsegna".
A Mondovì si è deciso di mantenere attiva sia la pompa dei carburanti sia il punto ristoro; a Rio Coloré, invece, la società petrolifera ha accettato la dismissione, mentre Vinai è pronto a restare in sella al suo bistrot.
"Abbiamo chiesto in tutti i modi di poter partecipare al bando per l'assegnazione delle nuove aree di sosta - racconta - ma le condizioni per chi è piccolo come noi erano proibitive. Abbiamo una decina di dipendenti che in questi mesi hanno cercato un lavoro senza trovarlo. Così insieme abbiamo deciso di resistere: non diamo fastidio a nessuno e non rubiamo il posto a nessuno".
I guai delle stazioni di servizio della Torino-Savona, e altre decine in Italia, nascono da un provvedimento firmato tre anni fa dall'allora ministro Lupi che razionalizza il numero delle aree di servizio sull'intera rete autostradale e stabilisce che, per le rimanenti, si svolgano delle gare pubbliche di affidamento della concessione. Una di quelle rivoluzioni destinate a spazzar via chi, come i gestori indipendenti di Rio Coloré e Mondovì, non appartengono a grandi aziende e non hanno brand da mettere in campo.
Dopo il gran rifiuto di ieri i gestori si aspettano contenziosi legali. Non tanto da parte della società autostradale (la Autofiori), che fa capo al Gruppo Gavio e per adesso resta alla finestra, ma piuttosto da chi ha in concessione le aree, per cui tecnicamente sono diventati inquilini sotto sfratto che non se ne vanno.
"Noi siamo un presidio per il territorio - racconta ancora Vinai - offriamo prodotti tipici, panini con le eccellenze di questa zona, promuoviamo le sagre e le manifestazioni dei dintorni. Non a caso decine di sindaci in queste settimane hanno scritto al vicepremier Di Maio e al ministro Toninelli per chiedere di salvare il nostro locale". Esattamente come è accaduto per le missive sulla Tav e per quelle sull'Asti-Cuneo, inviate a vario titolo dalle istituzioni del Piemonte, da Roma non è arrivata nessuna risposta. E così sull'autostrada che porta i torinesi al mare si organizza la resistenza. "Almeno il cibo non ci manca", ironizzano i gestori."

Alcune immagini dal web:













La nostra giornata sulla Skoda Fabia rally da 300 CV:























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