Voto: 99
Numero di visite: 1
Ultima visita: 05/2019
Fascia di prezzo: 60-70
Guide e recensioni: Osterie d'Italia, Golosario, Espresso, Michelin, Gambero Rosso, Accademia Italiana Cucina, Alice, Touring, 50top Italy, Identità golose, Dissapore, EastLombardy
-Brione- (BS)
Un viaggio che inizia con pane caldo fatto in casa accompagnato da burro profumatissimo aromatizzato all'abete. Poi antipasto misto che permette di spaziare tra salumi di grande qualità a verdure preparate con tecniche innovative, soprattutto la fermentazione. Altro piatto top è la "terrina di patè di fegatini di pollo". Tra i primi ho provato "tagliatelle con porri, bottarga di trota, pesto di rape rosse e nocciole"; l'altro primo piatto è stato l'incredibile "maccheroni di muschio con ragù di pecora". Tra i secondi "cervo alla brace marinato nello shiokoji con olio alle foglie di fico" e quindi la strepitosa "capra arrosto nel fieno". Buono anche il dolce: vedere la foto del menù dei dessert per comprendere il livello della brigata di Valoti.
Io solo in una occasione sono stato alla Madia di Brione, nella magica provincia bresciana (in assoluto la provincia con il maggior numero di locali TOP nella mia personale classifica), ma è di quelle che non si dimenticano.
8° in classifica, 99 punti e 3 barbe!
Fantasia, studio, tecnica, manualità e curiosità son gli ingredienti.
Fermentati, affumicati, su questo sono i maestri assoluti.
Sapori audaci, forse per qualcuno difficili da comprendere, ma degni di una fantastica esperienza.
Michele Valotti ed il suo staff vi sapranno coccolare, come è avvenuto con me.
Andateci, non facile da raggiungere ma sicuramente meritevole del viaggio.
PS: novità Osterie d'Italia 2023 conferma della chiocciola e Gambero Rosso conferma dei 3 gamberi.
Fantasia, studio, tecnica, manualità e curiosità son gli ingredienti.
Fermentati, affumicati, su questo sono i maestri assoluti.
Sapori audaci, forse per qualcuno difficili da comprendere, ma degni di una fantastica esperienza.
Michele Valotti ed il suo staff vi sapranno coccolare, come è avvenuto con me.
Andateci, non facile da raggiungere ma sicuramente meritevole del viaggio.
PS: novità Osterie d'Italia 2023 conferma della chiocciola e Gambero Rosso conferma dei 3 gamberi.
PS: Gambero Rosso conferma 3 gamberi anche per il 2024
Clamoroso: La Madia non è più recensita da Osterie d'Italia 2024!
Aggiornamento 25/10/2024: Il Gambero Rosso conferma i 3 gamberi anche per il 2025
Questo il mio commento su TripAdvisor la sera stessa in cui provai il locale:
Per il Gambero Rosso 2024, 3 gamberi, rapporto qualità prezzo favorevole: "Ci vuole predisposizione. E' con una precisa attitudine che si deve scegliere di raggiungere Brione, prenotare con il dovuto anticipo e accomodarsi nel regno di Michele Valotti. Il locale è abbarbicato sul pendio che dai territori franciacortini di Gussago sale fino ai 600 metri di altezza, offrendo uno stacco climatico sufficiente a garantire refrigerio nei soffocanti mesi estivi. Ai tavoli ben distanziati e apparecchiati con cura, pur senza le canoniche tovaglie, arriveranno prima la lista degli inusuali aperitivi e poi i due menù che, dal post pandemia, vengono proposti in luogo della classica carta: sette portate o dieci, a un prezzo competitivo per un'esperienza che, come dicevamo sopra, richiede predisposizione. Dimenticate pertanto le grigliate e i casoncelli che abbondano nei ristoranti della zona, nonchè i piatti degli esordi dai quali si tramandano ancora i prodotti di alcuni piccoli fornitori, e accostatevi con una buona dose di curiosità. Qui domina ora il manifesto della "cucina viva" di uno chef-patron preparato che si traduce in numerosi capisaldi, tra cui la macellazione di carni di animali allevati in libertà, l'utilizzo delle fermentazioni, la predilezione per i vini naturali e biodinamici, senza mai dimenticare il ricorso alla sorpresa, elemento che accompagna l'esperienza dal primo all'ultimo minuto. Il menù esordisce solitamente con una serie di portate vegetariane, spiazzanti per semplicità ma al tempo stesso intriganti per accostamenti e contrasti. Poi ecco uno degli acclamati risotti e le paste ripiene, e le carni, siano esse di capra, maiale o manzo, che mostrano cotture precise e arrivano in abbinamenti inediti che escono dal tracciato della tradizione. Ovviamente i dolci sono tutto fuorchè scontanti. A far da guida ci pensa il personale rodato e fidelizzato che sciorinerà con disinvoltura i nomi dei tanti ingredienti, erbe, radici e fiori. La carta dei vini è in sintonia e non mancano birre selezionate e qualche cocktail della casa. Si sta bene"
Per la Michelin: "Vale la pena fare qualche chilometro in più e inerpicarsi per qualche tornante per mangiare in questo bel ristorante. Cucina molto personalizzata con utilizzo di prodotti locali ed ingredienti stagionali, erbe spontanee della zona e la passione dello chef: i fermentati!"
Per il Golosario 2024:
Per il Touring: "Un ambiente avvolto dal fascino della storia, fra arredi ricavati da materiali di recupero e antichi utensili appesi alle pareti, che raccontano la cultura contadina del luogo, in una atmosfera casalinga e accogliente. Una cucina dove è costante l’impegno nella scelta delle materie prime, puntando al biologico per i vini ma soprattutto nel vegetale, come per la giardiniera fatta in casa e per tutte le verdure presenti in carta. La ricerca di erbe e bacche spontanee, la scelta di animali allevati liberi dimostrano la grande attenzione per la qualità di tutti gli ingredienti. Che unita a una sapiente sperimentazione sulla tradizione porta alla proposta di piatti con accostamenti creativi e inusuali come i maccheroni al muschio con ragù di daino; o il maiale nel tè rosso".
Per Osterie d'Italia 2020: "Michele Valotti è un oste intelligente e irrequieto. La sua curiosità l'ha portato prima a cercare i più autentici produttori, poi a ripensare la tradizione con uno sguardo contemporaneo e, da qualche tempo, a lavorare sulle fermentazioni, per concentrare e veicolare profumi e sapori. La Madia, la sua osteria, è un luogo di rara piacevolezza grazie all' accoglienza informale, sorridente e delicata di Silvia, Michela e di tutto il resto dello staff.
La cucina cambia quasi ogni giorno. Il contesto torna nei sentori di latte e di erbe di montagna, nelle carni e nei pesci del vicino lago. Le tecniche, tante e sempre esplicitate, sono il mezzo e mai il fine. Si può iniziare con verdure fermentate (12 €), salumi, gazpacho con fatuli o bao di spalla di maiale. Tra i primi, gnocchi di ricotta (12 €), cappelletti con crauti e panna, risotto con koji e pino silvestre (14 €) o maccheroni di muschio con ragù di pecora. Come secondi maiale con le sarde secche (16 €), riproposizione moderna di polenta e osei, diversi piatti con la pecora o lo spiedino di pollo nostrano. Straordinaria selezione di formaggi e perlopiù sperimentali i dolci. Tre i menù degustazione: per i più coraggiosi, l' Ardito (45 €). Ben costruita la carta dei vini che privilegia piccoli produttori naturali."
Pecora Scottata: Un omaggio alla provincia di Bergamo e alla sua Pecora Gigante che viene allevata ancora in maniera estensiva ed ancestrale, mangiando solo erbe del territorio. Storia e genuinità vengono esaltati grazie alla marinatura con castagne della Val Camonica e alla bollitura di qualche minuto con fieno di monte, cannella e ginepro. Queste tecniche esaltano il sapore e le sfumature di una carne che, pur essendo pecora, è molto delicata. La salsa di corniolo su cui viene servita la pecora presenta una nota acidula ed è perfetta per rinfrescare il palato."
Per Identità Golose 2024:
Per la Michelin: "Vale la pena fare qualche chilometro in più e inerpicarsi per qualche tornante per mangiare in questo bel ristorante. Cucina molto personalizzata con utilizzo di prodotti locali ed ingredienti stagionali, erbe spontanee della zona e la passione dello chef: i fermentati!"
Per il Golosario 2024:
Per l'Espresso 2020: "Locale meraviglioso con vista spettacolare, ma allo chef è un po' sfuggita di mano la passione per fermentazione e abbinamenti arditi, che il più delle volte si rivelano azzardati, più che originali e creativi, come nel caso dei "casoncelli bio" saltati al tè nero. Indubbia continua a essere la preziosa ricerca di materie prime, con tanto di produttori citati in carta e con lodevole attenzione ad allevamenti etici di anatre, pecore, vacche e cavalli. Molti vini "naturali". Tre menù degustazione"
Per il Touring: "Un ambiente avvolto dal fascino della storia, fra arredi ricavati da materiali di recupero e antichi utensili appesi alle pareti, che raccontano la cultura contadina del luogo, in una atmosfera casalinga e accogliente. Una cucina dove è costante l’impegno nella scelta delle materie prime, puntando al biologico per i vini ma soprattutto nel vegetale, come per la giardiniera fatta in casa e per tutte le verdure presenti in carta. La ricerca di erbe e bacche spontanee, la scelta di animali allevati liberi dimostrano la grande attenzione per la qualità di tutti gli ingredienti. Che unita a una sapiente sperimentazione sulla tradizione porta alla proposta di piatti con accostamenti creativi e inusuali come i maccheroni al muschio con ragù di daino; o il maiale nel tè rosso".
La cucina cambia quasi ogni giorno. Il contesto torna nei sentori di latte e di erbe di montagna, nelle carni e nei pesci del vicino lago. Le tecniche, tante e sempre esplicitate, sono il mezzo e mai il fine. Si può iniziare con verdure fermentate (12 €), salumi, gazpacho con fatuli o bao di spalla di maiale. Tra i primi, gnocchi di ricotta (12 €), cappelletti con crauti e panna, risotto con koji e pino silvestre (14 €) o maccheroni di muschio con ragù di pecora. Come secondi maiale con le sarde secche (16 €), riproposizione moderna di polenta e osei, diversi piatti con la pecora o lo spiedino di pollo nostrano. Straordinaria selezione di formaggi e perlopiù sperimentali i dolci. Tre i menù degustazione: per i più coraggiosi, l' Ardito (45 €). Ben costruita la carta dei vini che privilegia piccoli produttori naturali."
Per 50TopItaly: "La Madia è un’innovativa trattoria in provincia di Brescia, al centro di un fenomenale progetto di riscoperta del rituale della fermentazione. Mangiare qui anche un semplice carpaccio di anguria marinato diventa un’esperienza irripetibile, perché ogni cosa viene cucinata secondo una filosofia di “cucina viva” il cui manifesto di valori è trasmesso con grande entusiasmo da tutto lo staff e permea con grande personalità l’atmosfera del locale. L’ossessione per le materie prime a km 0 è evidenziata nel menu che vede addirittura elencati, per ogni ingrediente, produttori locali e piccoli artigiani con tanto di recapiti telefonici. Apprezzabile dimostrazione di autenticità. Il tempo scorre lento, a La Madia, con lo chef Michele Valotti che se ne prende tutto quello che serve per macerare e fermentare anche un semplice antipasto a base di verdure. Perfetto e inusuale. Casoncelli al burro e vaniglia ottimi, gnocchi con fondo di catalogna e mandorle tostate eccezionali, tartare di cavallo straordinaria. Chiude il pranzo un sorbetto mantecato in azoto liquido."
Per EastLombardy: "Se i piatti alla Madia non sono mai banali è merito del cuoco Michele Valotti, che ha limitato fortemente i prodotti industriali nella sua cucina e, ormai da diversi anni, si affida alle produzioni del territorio bresciano e non solo.
Egli è un vero e proprio cultore della materia prima, che studia in maniera quasi viscerale per poi dar vita a delle ricette che, come gli stessi ingredienti, non sono standardizzate… Come un artigiano che crea pezzi unici grazie all’intelletto e alle proprie mani. Per la stessa ragione, il menu de La Madia è in evoluzione costante, esprimendo un concetto di cucina viva e mutevole a seconda dell’ispirazione dello chef, ma soprattutto in base ai prodotti che il territorio regala e che variano a seconda della stagione e delle condizioni climatiche di una particolare annata.
I suoi percorsi degustazione non sono un “film già visto”, ma qualcosa di completamente inedito: come nella vita, ciò che rende interessante la cucina di Michele è il fatto di essere inaspettata ed imprevedibile. Nonostante nei piatti si ricerchi il massimo, l’imperfezione è contemplata, poiché è il prezzo da pagare per l’autenticità, la verità e la magia.
La Madia viene inaugurata nel 1998 e da sempre è caratterizzata da una conduzione famigliare. Un luogo in cui non si capita per caso: siamo a 650 metri sul livello del mare, sulle alte colline che sovrastano la Franciacorta. Nonostante ciò, Michele ha creato un ambiente che riesce ad attirare un vasto pubblico di intenditori grazie ai piatti originali, studiati per i palati più curiosi, ma anche grazie all’atmosfera unica, che ben rispecchia la sua personalità.
Una trattoria contemporanea, dall’aspetto eccentrico e dai dettagli di grande stile, accoglie l’ospite che si può accomodare in tre diverse sale. Qui si ha la possibilità di scoprire le culture e le colture locali grazie ad un’esperienza di gusto unica che viene incentivata dalla tracciabilità delle materie prime “perché un piatto non si giudica solo dalla bontà, ma anche dalla storia che racconta”.
Simply Red: Il piatto simbolo dello chef Michele Valotti rappresenta La Madia per il fatto di impiegare tecniche come la fermentazione, a cui molti si stanno approcciando oggi, ma che egli utilizza già dal 2006. Infatti, grazie allo studio quasi maniacale sulle materie prime, Michele sa benissimo che l’apporto di batteri derivanti dai processi di fermentazione arricchisce il nostro microbioma, e i cibi ne risultano predigeriti e più facilmente assimilabili, rendendo il prodotto finale vivo ed autentico. In questo piatto, una crema di fragole fermentate accompagna un’animella, spadellata con burro di malga e acqua rossa di polvere di Sorbo degli Uccellatori, le cui bacche vengono fermentate ed essiccate. Polvere che si declina poi come una spezia e dona freschezza e acidità al piatto.Per Alice: "Si gode una splendida vista sulla Franciacorta e si mangia bene, imparando a conoscere la cucina casalinga tradizionale bresciana, con formaggi e salumi tipici camuni e vini abbinati. Fra le specialità casoncelli con rape rosse e fatulì e campanelle con farina di castagne al ragù d'anatra. La spesa è sui 45-50 euro"
Egli è un vero e proprio cultore della materia prima, che studia in maniera quasi viscerale per poi dar vita a delle ricette che, come gli stessi ingredienti, non sono standardizzate… Come un artigiano che crea pezzi unici grazie all’intelletto e alle proprie mani. Per la stessa ragione, il menu de La Madia è in evoluzione costante, esprimendo un concetto di cucina viva e mutevole a seconda dell’ispirazione dello chef, ma soprattutto in base ai prodotti che il territorio regala e che variano a seconda della stagione e delle condizioni climatiche di una particolare annata.
I suoi percorsi degustazione non sono un “film già visto”, ma qualcosa di completamente inedito: come nella vita, ciò che rende interessante la cucina di Michele è il fatto di essere inaspettata ed imprevedibile. Nonostante nei piatti si ricerchi il massimo, l’imperfezione è contemplata, poiché è il prezzo da pagare per l’autenticità, la verità e la magia.
La Madia viene inaugurata nel 1998 e da sempre è caratterizzata da una conduzione famigliare. Un luogo in cui non si capita per caso: siamo a 650 metri sul livello del mare, sulle alte colline che sovrastano la Franciacorta. Nonostante ciò, Michele ha creato un ambiente che riesce ad attirare un vasto pubblico di intenditori grazie ai piatti originali, studiati per i palati più curiosi, ma anche grazie all’atmosfera unica, che ben rispecchia la sua personalità.
Una trattoria contemporanea, dall’aspetto eccentrico e dai dettagli di grande stile, accoglie l’ospite che si può accomodare in tre diverse sale. Qui si ha la possibilità di scoprire le culture e le colture locali grazie ad un’esperienza di gusto unica che viene incentivata dalla tracciabilità delle materie prime “perché un piatto non si giudica solo dalla bontà, ma anche dalla storia che racconta”.
Pecora Scottata: Un omaggio alla provincia di Bergamo e alla sua Pecora Gigante che viene allevata ancora in maniera estensiva ed ancestrale, mangiando solo erbe del territorio. Storia e genuinità vengono esaltati grazie alla marinatura con castagne della Val Camonica e alla bollitura di qualche minuto con fieno di monte, cannella e ginepro. Queste tecniche esaltano il sapore e le sfumature di una carne che, pur essendo pecora, è molto delicata. La salsa di corniolo su cui viene servita la pecora presenta una nota acidula ed è perfetta per rinfrescare il palato."
Per Identità Golose 2024:
Sempre per Identità Golose:
Per Dissapore:
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