domenica 16 luglio 2023

Locanda Occitana Lou Pitavin (94) 🧔🧔

https://www.loupitavin.net/it 


Voto: 94
Numero di visite: 1
Ultima visita: 07/2023
Fascia di prezzo: 37-37
Guide e recensioni: Osterie d'Italia, Gambero Rosso, Golosario, Espresso, Accademia Italiana Cucina, AliceTouringCorriere, Repubblica 

-Marmora- (CN) 




Oggi siamo stati, nel nostro domenicale giro in moto (questa volta da soli io e Alessandra), in Val Maira per provare la Locanda Occitana Lou Pitavin a Marmora, splendido paesino a 1300 metri di quota. Per me e Ale la più bella location mai trovata per un ristorante, in assoluto la numero 1.
S-P-E-T-T-A-C-O-L-A-R-E
La cucina buona, davvero direi molto buona, ma per i miei canoni forse mi aspettavo qualcosa di più, ma sono comunque rimasto assolutamente soddisfatto di tutti i piatti proposti (anche se alcuni non erano proprio nelle mie corde, ma lo sapete, io non sono un grande amante delle cucine di montagna per i miei problemi con i formaggi).
Per Alessandra, al contrario, giudizio entusiasta anche della proposta culinaria.
Abbiamo assaggiato, nel menù fisso a 37 euro: cracker di grano saraceno con salame cotto come entrée, poi a seguire trota del Maira in carpione con peperoni e verdure caramellati e insalata verde (buona, molto delicato il carpione, assolutamente non invadente), quindi una crespella di farina di riso nero con ripieno di crema di porri, porro croccante e fonduta di nostrale (anche questo un buon piatto, non mi sono tirato indietro sulla fonduta nemmeno io, che normalmente, come sapete, non mangio formaggio); come primo piatto per me gnocchi (ravioles) all'ortica con sugo di salvia e per Ale polenta di Pignoletto concia con formaggi delle valli cuneesi (i ravioli mi sono piaciuti moltissimo, la polenta è piaciuta ad Ale). Per secondo per me uno straordinario cinghiale con le prugne con contorno di carote (forse il piatto migliore) e per Ale noix di vitello fredda con erbe spontanee (piatto che ho assaggiato e mi ha convinto meno). 
Strepitosi i dolci, sicuramente il top del pasto: semifreddo al lampone (straordinario!), bunet e torta al cioccolato, con lamponi, ribes e frutti di bosco caramellati.
Ottima la scelta sul vino, un Barbera d'Alba dei Fratelli Revello (che proprio oggi erano a pranzo nel locale) e per concludere una genzianella.
Un applauso al servizio, bravo davvero Marco, padrone di casa competente e gentile, e brave tutte le ragazze che si muovevano con rapidità in una giornata dal "tutto esaurito".

News ottobre 2023: Chiocciola Osterie d'Italia 2024
Aggiornamento 14/10/2024: Chiocciola 2025!

Per Osterie d'Italia 2024:



Per il Gambero Rosso 2024, 1 Gambero, rapporto qualità prezzo medio: "Una baita a quota 1300m immersa nel verde, con camere per dormire e percorso benessere all'aperto. E una cucina che, come i titolari del Pitavin (nome in dialetto di un piccolo uccello) è in perfetta sintonia con la natura circostante, le sue stagioni e i suoi prodotti. I piatti, curati, sono ispirati dalla tradizione e realizzati con materie prime, preferibilmente bio, reperite tra piccoli produttori della zona, ma anche prese in proprio, come le erbe spontanee. Formaggi e dolci da provare. Bella carta dei vini; birre artigianali. Sabato e domenica si apre anche a pranzo ma solo con menù fisso"

Per il Golosario 2024:



Per l'Espresso 2021: "La nuova montagna, che ha lasciato skilift e piste per trekking e sci alpino, è qui, in questa locanda della Val Maira. Belle camere, rustico-eleganti, come la sala del ristorante. Il pane, ottimo, fatto in casa, introduce a piatti che hanno la cucina occitana e i prodotti locali come stella polare: "ravioles" (gli gnocchi tipici della Val Varaita), tajarin di castagne, cervo ai mirtilli, creme brulée. La scelta dei vini è sorprendente, il servizio premuroso."

Per l'Accademia Italiana: "La locanda nasce nel 2000 su iniziativa di Marco e Valeria che, giovanissimi, ristrutturano la casa di famiglia di Marco e rcalizzano una struttula in bioedilizia. Valeria in cucina utilizza erbe che crescono intorno a casa e nei boschi, unitamente a prodotti a km zero, realizzando una cucina tipica locale, rivisitata. Marco si occupa della panificazione e come sommelier della ricca carta dei vini.
Piatti tipici:
Uovo morbido, Castelmagno, zucchine e segale croccante
Ravioles con burro e crema di latte
Polenta di pignulet cumudà con i formaggi di montagna
Mousse di nocciola
Semifreddo zabaione
Crema cotta alle mele
Piatto da non perdere:
Cervo ai mirtilli"

Per Alice: "Siamo nell'Alta Val Maira, Occitania piemontese, in un paesaggio d'incanto. In una vecchia, affascinante casa di famiglia, con volte in pietra e atmosfera d'altri tempi e la possibilità, col bel tempo, di sedersi fuori e godersi il panorama. La cucina è di ottima fattura, fedelissima alla tradizione occitana: ravioles, coniglio al ginepro, semifreddo al miele. Bel carrello di formaggi. Menù Occitano a 37 euro, vini esclusi. Ci sono anche alcune camere per la mezza pensione. Da maggio a settembre è sempre aperto, da gennaio a maggio solo nei weekend"

Per il Touring: "Il ristorante prende il nome da un uccello simile al picchio e l'ambiente, caratterizzato da pareti in sasso, pavimenti in legno e caminetto d'angolo, è ricco d'atmosfera. La cucina è quella tipica occitana, a base di ingredienti semplici e genuini mescolati con fantasia, per ottenere piatti che sono una delizia prima per gli occhi e poi per il palato. Disponibili 10 camere per chi vuole prolungare il soggiorno in questà località. Il prezzo indicato è relativo al menu degustazione da 6 portate
Chiusura: novembre-marzo (tranne Natale)"

Per il Corriere: "A 1300 metri di altezza, a Marmora in Piemonte, la cucina del Lou Pitavin è quella tipica occitana. La cuoca è Valeria e le sue ricette sono tutte famigliari, imparate dalla mamma e dalla nonna. Le parole chiave sono semplicità e genuinità. Si comincia con acciughe al verde e al rosso, poi gnocchi di patate fatti a mano con erbe di montagna e lo stracotto."

Per La Repubblica: "E’ il momento di fuggire dal caldo, dal rumore, dall’inquinamento cittadino e di trovarsi un rifugio, fresco, silenzioso e dove l’aria è pulita. Un posto dove, magari, si mangi anche bene, si mangino piatti semplici e veri. Torino, e in generale il Piemonte, in questa ricerca sono certo favorite dalle montagne, dalle valli alpine, così vicine. In particolare in questo momento sono da scoprire o da riscoprire quelle valli del Cuneese al confine con la Francia, la val Varaita, la val Maira, la val Grana, la val Stura, la valle Gesso, anche la valle Po. Luoghi che erano stati dimenticati, o quasi, negli anni Sessanta e Settanta dal turismo dello sci da skilift e delle seconde case. Una dimenticanza che se all’inizio ha provocato difficoltà (e spopolamento) si è rivelata alla fine una benedizione, perché oggi, con il loro ambiente incontaminato, stanno rinascendo grazie a un turismo nuovo, molto interessato alla tutela dell’ambiente. Un turismo di numeri non grandi, ma di qualità, per lo più, ma non solo, internazionale (olandesi, belgi, tedeschi, anche francesi i più numerosi)) che scelgono queste valli d’inverno per praticare lo sci alpinismo e le escursioni sulla neve con le racchette. E d’estate per cicloturismo d’altura, alpinismo o anche solo per passeggiate in alta montagna. Così stanno nascendo anche strutture, rifugi, locande, agriturismi, trattorie che uniscono al notevole standard di confort, richiesto da questo genere di turismo, un profondo legame con il territorio in cui vivono.
Un esempio è il locale che consigliamo oggi, Lou Pitavin (è il nome in lingua locale, di un piccolo uccello) a Marmora in alta valle Maira. Locanda occitana (siamo nel pieno dell’area della lingua d’oc) con qualche bella camera, tutta legno di pino cembro e tessuti artigianali. E soprattutto, quello che più ha coinvolto la mia signora e me nella recente visita, un piacevole, rustico ristorante. Dove Valeria cucina i prodotti della valle: «Scegliamo la frutta e la verdura di Marmora, San Damiano e Dronero, la carne a Caraglio, i formaggi su e giù per la valle, le farine al Mulino della Riviera e così per tutte le materie prime. E per i prodotti che devono, necessariamente, essere importati ci rivolgiamo al circuito del commercio equo e solidale» recita il loro sito. Quei prodotti poi li trasforma in piatti legati alle tradizioni locali: dalle acciughe al verde e al rosso per onorare gli acciugai della val Maira che era luogo di passaggio tra il mare e la pianura Padana, alle ‘ravioles’ (gnocchi locali) con burro e panna o conditi con un pesto d’erbe, fino a un gustoso spezzatino di cinghiale con le prugne, ma anche a piatti più tecnici come la tarte Tatin di peperoni caramellati alla bufala di Caraglio. Molto interessante la scelta di formaggi e la cantina, curata da Marco, ha bottiglie non solo piemontesi e prezzi davvero convenienti come il cibo: menu a 35 euro, alla carta sui 40."

Le foto della splendida giornata in Val Maira alla Locanda Occitana Lou Pitavin:









































































Alcune foto del Colle di Sampeyre, fatto oggi in moto nel dopopranzo con un po' di fatica:











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