Voto: 85
Numero di visite: 1
Ultima visita: 05/1998
Fascia di prezzo: 48-70
Guide e recensioni: Osterie d'Italia, Golosario, Espresso, Michelin, Gambero Rosso, Accademia Italiana Cucina, Alice, Touring, Identità Golose, Via dei Gourmet, Altissimo Ceto, Luciano Pignataro
-Gignod- (AO)
E' stato uno dei locali più riconosciuti ed apprezzati per moltissimi anni in Valle d'Aosta, ed ebbi il piacere di provarlo insieme ad Alessandra, a sua sorella Marcella ed a mio cognato Alexander detto Sasha, berlinese, nel lontano maggio del 1998.
Ricordo una grandissima cucina, anche se per me fu un po' difficile da apprezzare appieno per i molti formaggi in carta, anche in molti piatti del menù, che come ho già abbondantemente scritto in altri post, purtroppo, io faccio fatica a mangiare fin dalla mia più tenera età.
Ma ricordo ancora oggi l'entusiasmo degli altri commensali, ad iniziare da Alessandra, che adora, al contrario del sottoscritto, tutti i tipi di formaggi, soprattutto quelli artigianali valdostani che facevano bella mostra nei carrelli della Locanda.
Facilissimo da trovare per chi percorre la strada statale che porta da Aosta verso il Gran San Bernardo, è una locanda storica dal 1140 dove già forniva ai viandanti vitto e alloggio (è considerata la più antica locanda d'Europa).
Fu anche stella Michelin per alcuni anni, chiocciola Slow Food fino al 2013, ed ancora oggi ha punteggi elevati del Gambero Rosso (80 punti con 2 forchette) e 1 cappello dell'Espresso, oltre al "radioso" del Golosario.
Oggi, dopo un periodo di chiusura, è riaperto con una nuova gestione che mantiene viva la cucina tradizionale valdostana di alto livello.
Per il Gambero Rosso 2024:
Per l'Espresso 2021, 1 cappello: "Le mura sono quelle di un'antica locanda, con pareti rivestite di legno e pietra e uno splendido camino che nelle giornate invernali riscalda anche il cuore. L'ambiente conserva un fascino evocativo che si spiega con l'età dell'edificio che risale al XII secolo. Moderna è però la cucina che gioca su piacevoli contrasti e propone una linea che fonde prodotti del territorio, come il tortino di castagne con pancetta e lardo o i gustosi ravioli di stracotto di cervo e riduzione al vin brulé, con piatti d'ispirazione francese come la millefoglie di sottofiletto e fois gras d'anatra. Da veri golosi la selezione di formaggi di piccoli produttori locali. Valida la carta dei dolci. La cantina è ben assortita, con ricarichi corretti."
Per L'Accademia Italiana della Cucina:
Per Alice 2011: "Antica stazione di posta lungo la strada del passo del Gran San Bernardo. L'ambiente è sobrio ed elegante: volte in pietra, grande camino, accoglienza gentile. Proposta gastronomica sicura e costantemente all'altezza. Vari i menù degustazione, tra cui il tradizionale e lo stagionale. Salumi preparati dalla famiglia Grange (indimenticabile il teteun di vacca); seupa valpellinentse; gnocchi alla toma di Gressoney o di Seirass; carbonada con le patate; fonduta alla valdostana con polenta cotta su fuoco a legna; carrè di agnello caramellato al sesamo; trota al vapore con insalatina. Formaggi deliziosi, dolci memorabili (tarte tatin, terrina ai 3 cioccolati, zabaione). Scelta di vini davvero notevole. Un posto da ricordare"
Per Osterie d'Italia 2014: "Solida come le sue montagne, La Clusaz è lì, sulla strada per il valico internazionale del Gran San Bernardo, fin dal 1140: forse la più antica locanda d'Europa. Oggi è un gran ristorante, ma ha conservato la schiettezza, l'atmosfera e il calore del quasi millenario Hospice. Merito di Maurizio e Sevi Grange, che affiancandosi nella gestione ai genitori di lui si sono imposti una linea precisa: rinnovamento nella continuità. L'ambiente è di sobria eleganza; in dispensa ci sono materie prime di qualità ineccepibile (alcune - salumi, verdure, pane - di produzione propria, le altre selezionate da Maurizio con cura appassionata); la cucina è raffinata e creativa, ma ben radicata nel territorio. Dal menù della tradizione: fonduta o carbonade con polenta cotta a legna, ravioli ripieni di boudin o di cipolle (sorta di tradizione italiana della soupe à l'oignon), risotto alle erbe con ragù di gallina, tartiflette (con la Fontina al posto del Reblochon), piedino farcito. Carta del giorno a parte, ci sono altri menù, di stagione, tematici (dedicato alla cucina dei formaggi, al foie gras), per i bambini. Eccellente selezione di vini, anche di piccoli produttori, servizio professionale ma non ingessato, 14 splendide camere per il pernottamento"
Per il Golosario 2022:
Per il Golosario 2024:
In questo casolare sulla strada che s’inerpica fino al Gran San Bernardo si lavora per trasformare ogni giorno in oro le materie prime di queste terre aride e avare. Aridi i terreni, ricchissimi gli aromi e i sapori da esperire sotto splendide volte in pietra: convivono proposte più fedeli alle tradizioni del territorio – come la perfetta Seuppa à la Valpellenentse - o piatti classici eseguiti alla perfezione a un menu degustazione più eclettico e gourmet, dove lo chef si concede di mostrare tutto il proprio estro – vedi l’ormai famoso Risotto al caffè e riccioli di foie gras.
Lo chef di cucina è il biellese Piergiorgio Pellerei, cuoco con un’importante gavetta a Londra, molto abile nella cottura delle carni e nel coordinamento di tutte le altre partite."
Via dei Gourmet: "La Clusaz è una locanda – oltre al ristorante ci sono 14 camere a disposizione – gestita da anni dalla famiglia Grange, con passione e professionalità. Si trova a circa 8 km da Aosta, proprio sulla strada che conduce al Gran San Bernardo.
La sala principale, con le volte a pietra, è molto accogliente e calda, in tutti i sensi, per la presenza di un confortante camino. L’ambiente non è per nulla ingessato, ci si sente a proprio agio e si scambiano volentieri due chiacchiere con Maurizio Grange, sulla cucina o sulla sua passione, i vini di montagna.
I piatti sono ben realizzati, ma forse gli manca quel quid per brillare ancor di più: abbiamo assaggiato carpaccio di petto d’anatra con mele, arance, sale rosso e gelatina al moscato passito che, a mio parere, risultava un po’ troppo alcolica; musetto di vitello – cotto alla perfezione – con purè di sedano rapa e bagnetto verde (che avrebbe dovuto essere un po’ più vigoroso, poiché risultava essere piuttosto un’emulsione di olio e prezzemolo); ravioli di stufato di cervo con zucca e zenzero; filetto di maiale con purè di sedano rapa e (ottima) tagliata di cervo con pasta sfoglia e fichi caramellati. I dolci: crostatina con marronata e salsa di cachi e terrina ai tre cioccolati con dacquoise di mandorle e sorbetto di passion fruit, realizzati con eccellente capacità tecnica.
Alla Clusaz si riesce a provare una cucina “stellata” a cifre che raramente si vedono in giro: due aperitivi, due menu dall’antipasto al dolce, una bottiglia di Pinot Noir 2010 Lo Triolet, un bicchiere di Pierrots del Feudo di San Maurizio – vino rosso passito da Petit Rouge e Fumin – e due caffè a 110 euro non è per niente male (da sottolineare che la carta dei vini ha ricarichi del tutto onesti!)."
Per Altissimo Ceto:
Per Luciano Pignataro:
Alcune immagini dal web:
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