Voto: 86
Numero di visite: 1
Ultima visita: 09/2023
Fascia di prezzo: 35-51
Guide e recensioni: Osterie d'Italia, Accademia Italiana Cucina, Identità Golose, EastLombardy
-Borno- (BS)
Se dovessi tornarci - ripeto, se dovessi - ci verrei di giorno con la luce del sole e sicuramente in moto.
Mai più di notte ed in auto, soprattutto se l'auto è un SUV.
Strada strettissima, e alquanto pericolosa nel caso si debba incrociare qualcuno che sale o che scende.
A quel punto dovrebbero venire a tirarmi fuori con l'elicottero.
A parte ciò, direi che il Navertino è stata sicuramente una mezza delusione.
Aspettative a parte - alte, forse troppo - qui la cucina è buona, si mangia bene, ed il servizio è curato e garbato da parte dello staff tutto al femminile.
Ma dopo delle strepitose tagliatelle con farina Petra di segale condite al ragù di cinghiale (piatto davvero eccellente!), il livello è andato in calando, con delle costine di maialino cbt laccate al miele (laccate? io la laccatura non l'ho proprio vista) e la loro salsa agrodolce (senape con un po' di miele... la so fare anch'io a casa) senza anima nè core.
Tiramisù nel bicchiere in conclusione buono ma servito troppo freddo.
Buono il vino scelto al calice (grande carta dei vini con molte etichette interessanti), bello il locale, davvero ottimo il servizio ma prezzi un po' esagerati.
Diciamo che non se la gioca con altri locali della Valcamonica, qui la concorrenza è di altro livello (vedi Da Sapì, Al Resù, Al Cantinì...)
New entry su Osterie d'Italia 2023 e Accademia della Cucina Italiana 2023, già recensiti da Identità Golose nel 2021.
Per Osterie d'Italia 2024:
Betty, già da piccola, coltiva la passione per l’enogastronomia all’interno della trattoria di famiglia, aperta a Borno dalla nonna nel 1972. Dopo essersi dedicata ad un’altra professione per un lungo periodo, si trova a prendere una decisione: proseguire con il proprio lavoro, lasciando che un pezzo di storia familiare cada nell’oblio, oppure, dedicarsi alla trattoria a tempo pieno. Subentra così nella gestione della “Trattoria Navertino”, che ristruttura completamente nel 2020, per segnare un cambio di rotta rispetto al passato.
In quest’avventura, Betty è supportata da Diana e Federica, entrambe originarie di Borno, la prima chef e la seconda pastry-chef, che, dopo un periodo di “vagabondaggio” in cui accumulano esperienze importanti in Italia e all’estero, decidono di fermarsi nella terra natale, coltivando questo sogno insieme a Betty. A completare la squadra Giulia e Andrea, ad accogliere gli ospiti, e Nicolas a supporto della cucina.
Nel ristorante, l’utilizzo del legno domina e si “abbina” perfettamente al paesaggio circostante. Nonostante lo stile rustico, il tocco femminile di Betty è ben presente nelle sale, rendendole graziose, calde ed accoglienti per i commensali. In cucina, si porta avanti il lavoro iniziato dalla nonna e dalla madre della titolare, custodi dei segreti della tradizione camuna ed espressione genuina del territorio. Le giovani chef coniugano qui il passato e il presente, rendendo la storia culinaria del Navertino materia viva e dinamica grazie a sperimentazioni ed abbinamenti nuovi. Il radicamento al territorio è espresso da materie prime tutte locali, anche recuperate dalla prospera natura circostante.
Le costolette d’agnello del Navertino donano al commensale – il quale si aspetta solitamente un sapore intenso – un’esperienza inaspettata. Infatti, la carne dell’agnello, molto tenera, viene cotta in maniera semplice, prima in padella e poi in forno, per poi essere finita con rosmarino e limone, che esaltano la delicatezza della carne e regalano un sapore fresco e decisamente adatto alla stagione estiva. L’agnello viene poi servito con verdurine croccanti di stagione e polenta di mais nero spinoso, un cereale inusuale che viene coltivato in quest’area della Valle Camonica.Gli gnocchi di pane sono un piatto tipico della Val Camonica che, derivando dalla tradizione povera, vengono realizzati in diverse varianti in ogni comune. Qui a Borno, sono fatti con il Chégol, nome dialettale dello spinacio selvatico che si trova nei prati che circondano il Navertino. Questa materia prima km zero viene amalgamata con pane raffermo, latte e uova, e finito con Grana Padano e Burro di Malga. Un piatto semplice, ma delizioso, che si fa ambasciatore della cucina di recupero, con il nobile proposito di evitare sprechi ed avanzi."
Piatti tipici:
Lingua lessa servita tiepida, olio al prezzemolo, carote in carpione, fiore di zucchina fritto;
Casoncelli nostrani, con il tradizionale ripieno di carne e spinaci selvatici, conditi con burro di malga, grana e salvia;
Gnocchi di patate e tarassaco, fonduta al Bré, pomodorini confit, crumble di tarallo;
Stracotto d’asino, servito con polenta di mais nero spinoso;
Polenta e zola della Latteria di Scalve;
Ravioli alla lemongrass ripieni all’albicocca e cioccolato al latte, serviti con gelato all’albicocca
Piatto da non perdere:
Costine di maiale, salsa agrodolce alla senape e miele, patata schiacciata all’olio evo"
Per Identità Golose 2021:
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