https://www.ristorantevioletta.com/
Voto: 91
Numero di visite: 1
Ultima visita: 03/2024
Fascia di prezzo: 42-57
Guide e recensioni: Osterie d'Italia, Golosario, Espresso, Michelin, Gambero Rosso, Mangiarozzo, Accademia Italiana Cucina, Alice, Touring, Luciano Pignataro, PassioneGourmet, LaBelleAuberge, CentoBicchieri
-Calamandrana- (AT)
Iniziamo subito a dire che il voto avrebbe potuto essere ben più alto se il conto pagato non fosse stato così caro: questa l'unica nota dolente di una bella domenica di marzo che inaugura la stagione motociclistica dei Bettiol.
Oggi, io e Alessandra siamo andati a fare la prima gita in moto nell'astigiano, con strade e stradine mai percorse prima, fino a giungere alla frazione Valle San Giovanni di Calamandrana, dove si trova questo bel ristorante di lunga fama (è citato da moltissimi anni da tutte le guide enogastronomiche italiane e non solo, è oramai un'istituzione nell'Astigiano e in tutto il Piemonte, ma grazie ai riconoscimenti - chiocciola Slow Food, gambero per il Gambero Rosso, Bib Gourmand per la Michelin, radioso per il Golosario, Buona Tavola per l'Accademia Italiana della Cucina, ecc...ecc... - è ora conosciuto nell'intero globo terraqueo).
Inizio con straordinaria focaccia croccante con salame crudo e cotto serviti come entrée, abbiamo proseguito con cardi con fonduta per Alessandra e plin di faraona al burro per me: inizio strepitoso.
Proseguimento con tagliata di manzo con verdure per Alessandra (molto buona) e incredibile, stratosferica, celestiale Finanziera per me: tra le migliori mai provate, e sapete che io adoro questo piatto, una volta povero, ora di assoluto livello nella cucina gourmet piemontese.
Abbiamo terminato con un ottimo dolce, un semifreddo morbido al torroncino con nocciole Piemonte e cioccolato.
Ottimo il vino scelto su consiglio del titolare, il Barbera d'Asti di Brema, con vigneti a Incisa Scapaccino.
Il servizio impeccabile, il conto un po' troppo elevato.
Per Osterie d'Italia 2024:
Per la Michelin 2024, Bib Gourmet: "Cortesia e ospitalità sono di casa in questo storico ristorante familiare in cui è piacevolissimo ritrovare la più tradizionale e autentica cucina piemontese: dal peperone farcito con tonno e acciughe agli agnolotti monferrini, dalla finanziera al bonet, Violetta è un posto dove, oltre a mangiar bene, ci si sente accolti come a casa."
Per il Touring 2024: "Immersa nel suggestivo scenario dei vigneti dell'astigiano, un buona trattoria a conduzione familiare con un fresco cortile per il servizio estivo. La cucina proposta è quella tipica del territorio, sempre curata con mano sicura e attenta dalla proprietaria Maria Lovisolo, affiancata dal figlio e dalla nuora che in sala garantiscono un eccellente servizio. Da provare gli agnolotti del plin di magro, la faraona farcita, la classica finanziera e gli ottimi dolci della casa come il budino alle spezie con il gelato allo zenzero. Interessante cantina con larga rappresentanza dei vini della zona, famosa soprattutto per la Barbera"
Per l'Accademia Italiana della Cucina 2024, buona tavola:
Per Alice 2011: "Lungo la strada che da Calamandrana porta a San Marzano Oliveto, nel fondovalle si trova questo ristorante di campagna, circondato da vigneti e meleti. E' un luogo della memoria, come non ce ne sono più: piatti tradizionali come la finanziera, la faraona farcita, il fritto misto alla piemontese, accanto a una cucina tipica reinterpretata con fantasia. Buona cantina piemontese"
Per Luciano Pignataro:
Per PassioneGourmet:
Per LaBelleAuberge:
Per CentoBicchieri: "Non so bene quando, ma ad un certo punto il ristorante Violetta si è regalato un nuovo sito (intrernet, intendo: la locazione fisica è sempre la stessa) al posto della paginetta precedente, che sembrava un residuato di inizio anni 90.
Lasciando perdere che il vuvuvù nuovo pare pure lui teletrasportato da un passato (appena un po’ meno) remoto, dato l’evento immaginavo e un po’ temevo fosse intervenuto un nuovo corso a stravolgere uno dei ritrovi storici della zona, ma così non è.
La Violetta di Calamandrana resta il ristorante che conoscevo: piedi saldi nella tradizione culinaria Piemontese e la volontà di essere qualcosa di più di una trattoria (anche nei prezzi), certificata dall’ambiente curato e dal servizio fin troppo affettato (ho smesso di contare i “grazie signore” dopo circa 10 minuti, quando il totalizzatore già era schizzato alle stelle).
Il risultato è ambiguo: il cibo è buono, nulla da dire: plin perfetti e leggeri, stracotto che si scioglie in bocca ed è impossibile resistere, devi fare scarpetta, faraona ripiena gustosa e finanche elegante. Eccetera. La carta dei vini è come te la aspetti: centratissima sui nomi del posto, con una sfilza di barbere da far girare la testa e ricarichi onesti.
Di contro il menù è sempre lo stesso, inchiodato, e pazienza, ma soprattutto (ed è una cosa che non sopporto) non ti lasciano la carta, che non esiste, ma ti elencano le portate a voce, quindi non sai cosa spenderai e devi decidere in un amen davanti a chi recita il rosario… Fastidiosissimo.
Ancora, come dicevo prima, il servizio è sicuramente troppo ossequioso e fa pendant con la sala curata ma un po’ demodé.
Conto quasi corretto: alla fine, a spanne, si spende sui 12 euro a portata (primi e secondi): qualche inchino e tovaglietta in meno potrebbero limare gli spiccioli e perfezionare quella che è una (ottima) trattoria, oppure si abbia il coraggio di fare il passo e traghettare la cucina verso qualcosa di più impegnativo e, certo, adeguare al rialzo i prezzi. Così siamo in mezzo al guado."
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