Voto: 93
Numero di visite: 1
Ultima visita: 06/2023
Fascia di prezzo: 40-60
Guide e recensioni: Osterie d'Italia, Golosario, Espresso, Gambero Rosso, Accademia Italiana Cucina, Alice, Touring, Repubblica, Scatti di Gusto, La Cucina Italiana
-Farigliano- (CN)
Oggi è il mio compleanno! E per festeggiarlo con gli amici ci siamo sparati un bel giretto in moto, con la partecipazione eccezionale nel gruppo da parte di mio figlio Filippo, nelle Langhe, facendo strade e stradine collinari spettacolari con curve e controcurve da brivido, fino a giungere per pranzare a Farigliano, nella Bassa Langa, al Ristorante La Speranza.
Qui, con mano sapiente, Maurizio Quaranta, già stella Michelin alla Locanda del Pilone ad Alba, chef di altissimo livello coadiuvato dalla moglie Sabrina (sicuramente simpatica e preparata ma un po' distratta, direi un po' pasticciona) realizza una cucina davvero straordinaria, di altissimo livello, con piatti della tradizione ma rivisitati con grande estro e abilità eccelsa. Davvero nulla da dire sulla cucina, piatti ottimi (forse io avrei aggiunto un pizzico di sale in più sul baccalà mantecato tiepido) ma qualche appunto sul servizio: alcune assenze del personale di sala (la moglie Sabrina ed un solo cameriere sono risultati insufficienti perchè comunque il locale era pieno di commensali, anche se i coperti sono pochi), vino rosso - Dolcetto di Dogliani e Nebbiolo delle Langhe molto buoni - serviti a temperatura troppo bassa, e anche con approssimativo servizio nel versare il contenuto nei calici, un piatto mancante (errore grave, poi portato con le scuse ma in enorme ritardo, e comunque non conteggiato nel conto finale: bravi) e qualche discussione iniziale con i commensali un po' troppo sopra le righe.
Per ciò che abbiamo mangiato il conto è stato abbastanza elevato, direi un po' più alto della media di locali simili nelle Langhe.
Comunque: Coniglio di cascina marinato con peperoni Cuneo in agrodolce buono, ma abbastanza leggero nei sapori; Baccalà mantecato, patate al vapore, emulsione alle olive taggiasche buono, anche se un poco carente di sale a nostro avviso; Roselline agli asparagi gratinate straordinarie, davvero eccellenti; uovo in cocotte con asparagi e tartufo nero, per Riky molto buono (io non l'ho assaggiato ma mi fido di Riky ad occhi chiusi); Tagliolini al coltello con carbonara di asparagi e guanciale buoni (per Nevio); Agnolotti tradizionali al fondo bruno, buonissimi (per Alessandra); Tagliolini al coltello con ragù, eccezionali per me e Pippo; Quaglia disossata, farcita con salsiccia di vitello al forno: il piatto che vale il viaggio; Cubotti di scamone di vitello con panatura di grissini, molto molto buoni per me e Pippo; Cappuccino ghiacciato, buono (per Daniela); Semifreddo di torrone con salsa al cioccolato: il dolce che merita il viaggio; Fuori menù, per me e Riky: Zuppa di ciliegie con mousse di cioccolato bianco, fogliolina di menta e granella di pistacchi: celestiale... paradisiaca!
News ottobre 2023: Chiocciola Osterie d'Italia 2024
Aggiornamento 14/10/2024: Chiocciola 2025!
Per Osterie d'Italia 2024:
Per l'Espresso 2021: "Una moderna trattoria curata e accogliente, con una cucina semplice e schietta, che segue il trascorrere della stagioni nella propria offerta. I piatti del territorio sono equilibrati e leggeri. Molto buoni il carpaccio di vitella al tuorlo d'uovo e limone e la quaglia disossata con salsiccia di vitello al forno. Interessante la proposta dei formaggi e dei dolci. La carta dei vini è ampia con ricarichi corretti. Servizio premuroso. Menu a 40 euro e conto alla carta sui 50 euro."
Per Alice: "Mano sicura in cucina, per proposte della tradizione arricchite da un tocco di originalità e basate su ingredienti di prima scelta. In tavola: rotondino di fassone con salsa tonnata, gnocchetti di patate con raschera, tenerone con funghi porcini, bollito misto, bue grasso di Carrù. Sui 40-50 euro alla carta. Un indirizzo da tenere in agenda"
Per Alice: "Mano sicura in cucina, per proposte della tradizione arricchite da un tocco di originalità e basate su ingredienti di prima scelta. In tavola: rotondino di fassone con salsa tonnata, gnocchetti di patate con raschera, tenerone con funghi porcini, bollito misto, bue grasso di Carrù. Sui 40-50 euro alla carta. Un indirizzo da tenere in agenda"
Piatti tipici:
vitello tonnato
lingua di vitello con giardiniera e salsa verde
tagliolini al coltello con carbonara di asparagi
agnolotti ai tre arrosti
guancette di maiale brasate al Nebbiolo con verza stufata
quaglia disossata farcita con salsiccia di vitello al forno
Piatto da non perdere:
bollito misto di bue e le sue salse, servito nel "piatto caldo"
Per Scatti di Gusto:
https://www.scattidigusto.it/2013/11/22/ristorante-la-speranza-tartufo-a-piccolo-prezzo-nelle-langhe/
Per La Repubblica: "Farigliano, stazione di Farigliano. Qui dove il treno non passa, in un paesino che lega le Langhe al Monregalese, come una piccola cucitura tra la colline del Dolcetto e le montagne che degradano verso il mare, c'è una fermata per bere e per mangiare. La Speranza è una trattoria che si definisce moderna e in effetti lo è. Anzi, è il prototipo delle nuove osterie in cui lo spirito della tradizione è vivo e vegeto ma la modernità toglie polvere e pesantezza ai piatti. Questa era la trattoria del paese, piantata lì da almeno un secolo, tra tomini e barbera, carte e bestemmie, sino a quando nel 2008, Sabrina e Maurizio Quaranta, in sala lei, cuoco lui, dalla Locanda del Pilone, sulle colline di Alba, insignita di ottimi giudizi e di una stella Michelin, hanno deciso di scendere dalla Formula uno della gastronomia per cucinare più lenti, tranquilli, più popolari. La mano del cuoco però è la stessa e, dunque, i piatti della trattoria non sono mai banali, mai buttati giù. Insomma, si gira più lenti, ma si gira bene. Anche l'ambiente non ha più nulla di quello che promette la vecchia insegna: è snello e raffinato, ampio e accogliente, con un servizio preciso. Certo, a volte c'è qualche difetto sui tempi (e sulle temperature) di servizio ma, come nelle migliori osterie di famiglia, qui sono per lo più in due. Lui in cucina, lei in sala. Dalla carta, piatti classici, come il vitello tonnato, e altri meno consueti, almeno nelle declinazioni della cucina, come il "tortino di coste con la sua foglia in crema" o il baccalà mantecato con le patate al vapore e emulsione alle olive taggiasche, sino al gradevole fritto di acciughe e (in stagione) carciofi. Il capitolo primi è assai tradizionale, a partire dalla "olla", zuppa di fagioli e costine di maiali, che scalda il cuore e lo stomaco, sino ai tajarin tagliati al coltello e serviti con un ottimo ragù. Poi quaglia disossata, farcita con salsiccia di vitello al forno, che è un esercizio gastronomico che non sfigurerebbe nel menu di un ristorante di altre ambizioni, o i cubotti di scamone di vitello con panatura di grissini. Ecco una strada per fare una trattoria di qualità: essere bravi cuochi e fermarsi a prendere fiato. Di questi tempi gastronomicamente confusi e felici, tempi di grandi cuochi che corrono a mille ma purtroppo anche di piccoli cuochi presuntuosi che cucinano fuori giri, non è cosa da poco. La carta dei vini regala soddisfazioni. Il conto si attesta sui 40/50 euro."
Per La Repubblica: "Farigliano, stazione di Farigliano. Qui dove il treno non passa, in un paesino che lega le Langhe al Monregalese, come una piccola cucitura tra la colline del Dolcetto e le montagne che degradano verso il mare, c'è una fermata per bere e per mangiare. La Speranza è una trattoria che si definisce moderna e in effetti lo è. Anzi, è il prototipo delle nuove osterie in cui lo spirito della tradizione è vivo e vegeto ma la modernità toglie polvere e pesantezza ai piatti. Questa era la trattoria del paese, piantata lì da almeno un secolo, tra tomini e barbera, carte e bestemmie, sino a quando nel 2008, Sabrina e Maurizio Quaranta, in sala lei, cuoco lui, dalla Locanda del Pilone, sulle colline di Alba, insignita di ottimi giudizi e di una stella Michelin, hanno deciso di scendere dalla Formula uno della gastronomia per cucinare più lenti, tranquilli, più popolari. La mano del cuoco però è la stessa e, dunque, i piatti della trattoria non sono mai banali, mai buttati giù. Insomma, si gira più lenti, ma si gira bene. Anche l'ambiente non ha più nulla di quello che promette la vecchia insegna: è snello e raffinato, ampio e accogliente, con un servizio preciso. Certo, a volte c'è qualche difetto sui tempi (e sulle temperature) di servizio ma, come nelle migliori osterie di famiglia, qui sono per lo più in due. Lui in cucina, lei in sala. Dalla carta, piatti classici, come il vitello tonnato, e altri meno consueti, almeno nelle declinazioni della cucina, come il "tortino di coste con la sua foglia in crema" o il baccalà mantecato con le patate al vapore e emulsione alle olive taggiasche, sino al gradevole fritto di acciughe e (in stagione) carciofi. Il capitolo primi è assai tradizionale, a partire dalla "olla", zuppa di fagioli e costine di maiali, che scalda il cuore e lo stomaco, sino ai tajarin tagliati al coltello e serviti con un ottimo ragù. Poi quaglia disossata, farcita con salsiccia di vitello al forno, che è un esercizio gastronomico che non sfigurerebbe nel menu di un ristorante di altre ambizioni, o i cubotti di scamone di vitello con panatura di grissini. Ecco una strada per fare una trattoria di qualità: essere bravi cuochi e fermarsi a prendere fiato. Di questi tempi gastronomicamente confusi e felici, tempi di grandi cuochi che corrono a mille ma purtroppo anche di piccoli cuochi presuntuosi che cucinano fuori giri, non è cosa da poco. La carta dei vini regala soddisfazioni. Il conto si attesta sui 40/50 euro."
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