sabato 13 gennaio 2024

Trattoria Capelli (82)

 https://www.trattoriacapelli.com/


Voto: 82
Numero di visite: 1
Ultima visita: 05/2018
Fascia di prezzo: 27-40
Guide e recensioni: Osterie d'ItaliaGolosarioEspressoGambero RossoMangiarozzoAccademia Italiana Cucina, AliceDissapore 

-Lesignano De' Bagni- (PR)


Fu, quella serata di maggio 2018, una piccola delusione, perchè dalla Trattoria Capelli mi aspettavo molto di più, convinto dalle straordinarie recensioni di tutte le guide gastronomiche italiane, a partire da Osterie d'Italia di Slow Food che seguo con passione da più di 30 anni.
Ed invece rimasi un po' così... non pienamente convinto ma nemmeno troppo amareggiato, però qualcosa non andò proprio nel verso giusto. Peccato, sicuramente i sapori non mi esplosero in bocca come in altre occasioni.
82 punti sono sempre un buon punteggio, significano che gli si deve assolutamente dare una seconda chance per rivedere il mio giudizio, e spero proprio ce ne sia opportunità a breve.
Il luogo è molto affascinante, accogliente e curato, i piatti della tradizione classici e ben presentati, la cantina ben fornita... insomma, se ripasso in questa zona delle colline parmensi qui ci devo assolutamente ritornare. Sicuro che il voto salirà.

Per Osterie d'Italia 2024:


Per il Golosario 2024:


Per l'Espresso 2021: "Questa linda trattoria di collina, a gestione familiare, punta su una cucina casalinga e sui classici della tradizione locale (dai vari tortelli alle tagliatelle, passando per la ormai rara "cacciatora" di coniglio, galletto e cinghiale, dal condimento deciso). Valida anche la selezione di salumi del parmense con croccante polenta fritta, lardo pestato alle erbe aromatiche e cipolline sott'olio. Tra i dolci spicca la ricca zuppa inglese. Cantina corretta e servizio garbato"

Per il Gambero Rosso 2020:


Per il Mangiarozzo 2017:


Per l'Accademia Italiana della Cucina: "una bella casa rustica di collina, con veranda, elegante e curata. Sale e salette, tavoli ravvicinati, atmosfera calda, servizio cordiale. Cucina genuina, radicata nel territorio, capace di rappresentare in maniera molto ampia la tradizione culinaria parmense, anche in piatti che non è più facile trovare. Nel ricco menu primeggiano le paste all'uovo fatte in casa e la carne alla cacciatora, con condimenti ricchi e porzioni abbondanti. Interessante la possibilità di allestire portate bis e tris da scegliersi tra i vari tortelli, tagliatelle, gnocchi di patate. Ampia carta dei vini
Piatti tipici:
prosciutto crudo "Sant'Ilario", parmigiano reggiano 30 mesi di Bardi
anolini e passatelli in brodo
savarin di riso ai funghi
tradizionali tortelli verdi con la spalla cotta, di erbette, zucca e patate al soffritto rosso
tagliatelle e gnocchi di patate al fagiano, soffritto rosso, funghi, salsiccia, tartufo (secondo stagione)
punta al forno ripiena
coniglio arrosto ripieno
ossibuchi
filetti
brasati
dolci di produzione propria
formaggi della Selezione Guffanti
Piatto da non perdere:
carni (coniglio, galletto, cinghiale, capriolo, lepre) alla cacciatora con polenta"

Per Alice 2011: "Tra Langhirano e Traversetolo, ovvero le zone di produzione del rinomato Prosciutto di Parma, si trova una trattoria semplice nell'ambiente, ma conosciuta nei dintorni per la generosa e cordiale ospitalità. Un punto fermo per il buon gusto e le più sane e semplici tradizioni culinarie: salumi casalinghi, tortelli di zucca e patate, galletto o coniglio alla cacciatora. Dalla veranda stupenda vista sulle colline"

Scriveva Dissapore nel 2010: "Perchè piangi, papà? mi chiede la principessa piccola, guardando i lagrimoni grossi come ciliegie che mi solcano le gote come alla fine dei film di Disney. Sono fermo impalato davanti alla Carta delle vivande appesa sulla porta della Trattoria Capelli, ho appena letto i prezzi dei piatti: sette euri e cinquanta i primi, nove o dieci le pietanze. Mi è entrato un busco in un occhio, le dico per non confessare la commozione di fronte a un listino di così antica onestà. Ormai anche Ciccio Baciccio ha il becco di ferro di chiederti 18 euri per un filetto, contorno escluso, quindi entriamo. La si potrebbe prendere come icona della Trattoria che verrà: non ha nulla della trattoria sciatta e trasandata in cui spesso inciampi per strada, ed ha tutto del locale curato fino alla paranoia.
Ci trovi i calici ampi e non bicchieri infrangibili, le stoviglie di disegno e non le porcellane alberghiere ad Alto Spessore. Una lista di vini paurosa: pare l’edizione originale dei Promessi Sposi. Eppure la cucina è nitida espressione del territorio a partire dai tellurici salumi, che ti vien voglia di chiedere da quale pianeta vengono: Dalla nostra cantinetta, saprai tra poco. Di sorpresa in sorpresa i tortelli d’erbetta che però non regalano la solita pallida lattiginosa ricotta, ma una roba vibrante e grossa. I gnocchi* di patate serviti con un opulento soffritto. La sconsiderata porzione di tagliatelle con il fagiano, se vuoi fin troppo ricche di sugo formaggioso e spesso.
E siccome siamo in una trattoria emiliana non sfuggirai alla regola: pietanze appannate dalle lunghe e anticipate cotture come galletti, lepri e caprioli alla cacciatora, in verità un’alluvione di soffritti e di burri che non leniscono la legnosità dei bocconcini serviti in umido.
Certo è cucina non eterea: se vorrai finire con un dolce avrai il denso zabajone con le visciole sotto spirito, il tiramisù. Ma se il ‘dieci sarà l’anno del ritorno alla tavole delle tradizioni, che almeno siano Osti come questi, che nei piatti mettono ben più delle ore dell’orologio e delle logiche del registratore di cassa. Perchè anche una trattoria può essere un tassello di una gastronomia di ricerca, di passione, di cervello e di cuore.
*voi in Italia potete continuare a dire “gli” gnocchi."















Alcune immagini dal web:


























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