Antica Hosteria del Vino Buono Facebook
Voto: 84
Numero di visite: 2
Ultima visita: 09/1997
Fascia di prezzo: 31-36
Guide e recensioni: Osterie d'Italia
-Bergamo- (BG)
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Voto: 84
Numero di visite: 2
Ultima visita: 11/2012
Fascia di prezzo: 37-43
Guide e recensioni: Osterie d'Italia, Golosario, Espresso, Gambero Rosso, Accademia Italiana Cucina, Alice, Touring, EastLombardy
-Serle- (BS)
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Voto: 84
Numero di visite: 1
Ultima visita: 01/2014
Fascia di prezzo: 31-36
Guide e recensioni: Osterie d'Italia, Alice
-San Giovanni Valdarno- (AR)
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Voto: 84
Numero di visite: 1
Ultima visita: 05/2012
Fascia di prezzo: 25-54
Guide e recensioni: Osterie d'Italia, Touring
-San Giminiano- (SI)
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4 ristoranti in un altro post unificato, per locali recensiti diversi anni fa, i primi due in Lombardia ed i secondi due in Toscana. Ottimi ristoranti, ottime cene e pranzi, sicuramente luoghi da riprovare alla prima occasione possibile.
Iniziando dall' Antica Hosteria del Vino Buono di Bergamo, città alta, Piazza Mercato delle Scarpe, arrivo della funicolare, posso solo dire che quando venni la prima volta, nel gennaio del 1991, ancora non sapevo che questo locale sarebbe diventato un must per la tipologia di locali che poi ho selezionato per tutto il resto della mia vita, il prototipo dell' osteria alla quale mi sono poi affezionato nel corso degli anni. Ancora non conoscevo Osterie d'Italia nè Slow Food, ma da lì a breve avrei capito che questo sarebbe diventato il mio hobby principale: andare alla ricerca di posti come questo. Ci venni nel gennaio del 1991, appena scoppiata la prima guerra del Golfo, in Iraq, e non si parlava d'altro che di Bellini e Cocciolone, i due piloti di caccia italiani abbattuti nei cieli iracheni e poi catturati dal regime di Saddam Hussein. Quella sera venni a cena con un' amica del tempo, Lavinia, di Ponte San Pietro, la quale al tempo era fidanzata con un pilota di caccia della stessa compagnia (o si dice stormo?) dei due sventurati. Ricordo ancora la sua ansia per il timore che il suo fidanzato venisse mandato laggiù...
Ci sono poi tornato qualche anno dopo, quando già il Vino Buono era recensito da Osterie d'Italia, per gustarmi i loro piatti tipici: salumi come antipasti e poi la polenta, che entra di prepotenza nel menù in tre versioni: taragna, tradizionale e arricchita da spinaci, pancetta, grana e burro. Ottimi i casonsei e le foiade (tagliatelle) condite con pasta di salame. Selvaggina e brasati nei periodi freddi, animali da cortile come faraona disossata e farcita ai profumi in primavera, oppure coniglio alla bergamasca. Dolci semplici: crostate, torta di mele e strudel.
piazza Mercato delle scarpe questa Osteria dall'aria tranquilla, bene inserita nell'atmosfera e nell'architettura di questo angolo di città alta. E un edificio su due livelli, in cui i gestori (Giorgio, Luca,
Paolo e Barbara) si dedicano con attenzione alla cucina, privilegiando i piatti
del territorio e della tradizione. Dopo un assaggio di salumi locali proposti come antipasto, entra in scena la polenta, servita in un trittico di chiara impronta casareccia: taragna, tradizionale con due farine (di grano grosso macinata a pietra e di grano saraceno) e "dell' hosteria", arricchita di spinaci, pancetta, grana e burro. Fra i tipici primi della tradizione bergamasca consigliamo i casônsei e le foiade (tagliatelle), magari condite con la pasta di salame. Poi i secondi, all'insegna della più squisita stagionalità, nei periodi freddi selvaggina e brasati la fanno da padroni, mentre in primavera sono gli animali da cortile a tenere banco: faraona disossata farcita ai profumi e coniglio alla bergamasca, I dolci della casa sono in sintonia con la semplicità del menu: crostate, torte, strudel di mele. Nell'ultimo periodo è un po' migliorata la lista dei vini; ora, accanto ai tradizionali lombardi (Valcalepio in testa), piemontesi e toscani, si può trovare qualche apprezzabile escursione in altre regioni d'Italia, Anche se da un'osteria con tale nome ci si aspetterebbe legittimamente qualcosa di più."
Antica Hosteria del Vino Buono; alcune immagini dal web:
Proseguo con la Trattoria Castello di Serle, altro storico locale che piace a tutte le guide italiane, da Osterie d'Italia (da sempre in guida, ancora oggi, e chiocciola fino al 2011), al Golosario (Corona per Massobrio nel 2023) e citato anche da Espresso, Gambero Rosso, Alice, Accademia Italiana della Cucina, Touring Club. Qui si mangiava lo spiedo bresciano, ma solo su richiesta specifica. Io lo provai un lunedì, nella mia prima occasione di visita (ci ho cenato due volte), e lo trovai strepitoso.
Trattoria di paese gestita dalla famiglia Zanola da 4 generazioni, in posizione amena non distante dal centro di Brescia e in un contesto di natura lussureggiante attorno, si raggiunge salendo una strada tortuosa ma che poi vi lascia spazio solo al piacere di gustarvi i piatti della tradizione con qualche concessione alla fantasia. Siamo nel regno dello spiedo bresciano, e non potete farvelo mancare. Ma anche salumi di produzione propria, cacciagione e funghi, amarene e marroni. Tra i piatti zuppa di porcini, casoncelli al Bagoss, e naturalmente su tutti lo Spiedo bresciano con la S maiuscola!
Per Osterie d'Italia 2024:
Per il Touring: "Lo spiedo la fa da padrone, e quindi è d'obbligo assaggiarlo se siete arrivati fin quassù, ma anche il resto è raccomandabile e l'ambiente è molto caratteristico e davvero accogliente. Altro plus del locale è la cantina, vasta e ben fornita, grazie alla competenza del titolare"
Il Castello è una trattoria storica della provincia bresciana, risalente alla seconda metà dell’Ottocento e arrivata ai giorni nostri grazie alla passione della famiglia Zanola, che qui ha visto passare ben quattro generazioni. Oggi, in cucina troviamo Lorena, la quale ha imparato i “segreti del mestiere” grazie a Rosy, la suocera, che ora non lavora più nel ristorante ma che ne è ancora considerata la colonna portante. I piatti di Lorena parlano con forza la lingua della tradizione locale più rurale e contadina.
In sala troviamo il marito Emilio Zanola, sommelier professionista e custode della meravigliosa cantina della Trattoria Castello, con numerose etichette locali, ma attenta a rappresentare, con bottiglie di assoluto pregio, tutta la Lombardia, il Piemonte e la Toscana.
La licenza della Trattoria Castello viene comprata dalla famiglia Zanola nel 1928, ma storie locali raccontano della sua esistenza già molto tempo prima. In un luogo così storico, a farla da padrone sono soprattutto la cacciagione e i funghi, che non mancano quasi mai, anche se poi è facile lasciarsi tentare dallo Spiedo di Serle con polenta di mais Biancoperla, diventato una DE.CO, oppure dalla grigliata di pollastro ruspante, dallo stoccafisso ragno con i marroni del castagneto e dai moltissimi prodotti Slow Food da riscoprire, come il mitico formaggio Bagòss o i mieli di alta montagna.
Quasi tutti i prodotti nascono ai margini del bosco e in montagna, anche se qui siamo, più che altro, su una alta collina situata alle spalle di Brescia, dove però si può apprezzare l’ambiente della trattoria sincera con pochi fronzoli e molta concretezza sia nella gestione della sala che nella piacevole sapidità dei piatti. Oltre alle curate sale interne, l’ospite ha l’occasione di accomodarsi, durante la bella stagione, nella veranda “con vista” al piano superiore.
È possibile accedere alla Trattoria Castello solamente su prenotazione."
Quasi tutti i prodotti nascono ai margini del bosco e in montagna, anche se qui siamo, più che altro, su una alta collina situata alle spalle di Brescia, dove però si può apprezzare l’ambiente della trattoria sincera con pochi fronzoli e molta concretezza sia nella gestione della sala che nella piacevole sapidità dei piatti. Oltre alle curate sale interne, l’ospite ha l’occasione di accomodarsi, durante la bella stagione, nella veranda “con vista” al piano superiore.
È possibile accedere alla Trattoria Castello solamente su prenotazione."
Per l' Accademia: "trattoria familiare; con panorama
Piatti tipici:
Salumi di produzione propria
Zuppa di funghi porcini
Stocafisso"ragno"ai marroni
Crostata di farina di castagne con pere e cioccolato fondente
Piatto da non perdere:
Spiedo DE.CO di Serle con polenta di mais rostrato rosso"
Per Alice: "Celebre da sempre per lo spiedo, il piatto più amato dai bresciani (e qui davvero ai massimi livelli, servito con polenta di tre farine), il gradevole ristorante di Emilio Zanola (di proprietà della famiglia da fine '800) propone una cucina che utilizza soprattutto i prodotti del bosco, funghi e cacciagione in primis. Ampie e ben strutturate la carta dei vini, ricca di prestigiose etichette di ogni provenienza, e quella dei distillati. Ambiente rustico, con travi in legno e mattoni a vista. Obbligatorio prenotare".
Trattoria Castello; alcune immagini dal web:
Veniamo quindi all' Osteria dell' Angelo di San Giovanni Valdarno, dove mi fermai un giorno a pranzo durante un viaggio diretto nel sud Italia e dove ne approfittai per far visita ad un cliente della zona. Qui ricordo che gustai un ottimo pasto a pranzo, e mi ripromisi di venirci per una cena, cosa che purtroppo non è mai avvenuta...
In centro, un po' nascosta, in un androne sormontato da antiche travi a vista, qui si partiva col classico antipasto, Sapori Toscani, salumi, crostini, formaggi, sottoli, ma anche con involtini di crespelle di merluzzo o spiedino al curry con riso basmati. Spaghettoni fatti in casa alla carbonara in crema di piselli e baccalà, risotto al finocchio selvatico al profumo di alici come primi, ma anche tagliatelle al sugo di piccione e faraona oppure di coniglio. Tradizione nei secondi con lo stufato alla sangiovannese, fatto con il muscolo anteriore del vitello e molto speziato; oppure trippa dell'Angelo o costolette d'agnello scottadito. Cantuccini e vinsanto per terminare in bellezza.
Il classico antipasto, Sapori Toscani, comprende assaggi di salumi, crostini, formaggi e sottoli, ma ci si può lasciare tentare anche dagli involtini di crespelle di merluzzo (9 €) o dallo spiedino di pollo al curry con riso basmati. I primi rivelano la voglia di rielaborare e rivisitare le ricette della tradizione territoriale: meritano una menzione speciale gli spaghettoni - di pasta fatta in casa - alla carbonara in crema di piselli e baccalà (12 €) e il delicato risotto con finocchio selvatico al profumo di alici, ma ci sono anche piatti più classici come le tagliatelle al sugo di piccione e faraona o di coniglio. Tra i secondi ritroviamo la tradizione culinaria del territorio nello stufato alla sangiovannese (l3 €), fatto con il muscolo anteriore del vitello che cuoce per quattro o cinque ore: e un piatto molto speziato, personalizzato con sette o otto spezie segretissime che gli "stufatari" dell'osteria comperano in una drogheria di San Giovanni."
Qui la tradizione si incontra con la rivisitazione, moderata: crostini, salumi, paste fresche fatte in casa come le pappardelle e i ravioli e ottimi risotti, vera passione della giovane cuoca.
Non mancano le carni, fiorentina di chianina inclusa; specialità del locale è però lo stufato alla sangiovannese. Buoni dolci, preparati tutti in casa: dalle crostate della nonna ai dolci al
cucchiaio, come il tiramisù la mousse al cioccolato. La spesa mediamente è tra i 31 e i 36 euro."
Osteria dell' Angelo; alcune immagini dal web:
Nel maggio del 2012 sono stato per lavoro in zona San Giminiano ed una sera ho voluto fare una visita nella bellissima cittadina medievale toscana ricca di torri e monumenti importanti e quindi ho cenato al Perucà, storico locale nel centro al tempo recensito da Osterie d'Italia. Nel fitto dedalo delle viuzze questo locale è incastonato in un palazzo medievale al piano terra e già dall'arredamento sobrio si apprezza la conduzione famigliare di Fabio Pernarella con la moglie Lidia e la figlia Elisa. Si inizia con la classica fettunta al pomodoro, antipasto del buongustaio o quello del Perucà con prodotti del territorio.
Anche bresaola di cinghiale con salsa di zucchini e pecorino e il crostone col lardo di Colonnata e fagioli bianchi tra gli antipasti. Poi tra i primi gnocchi funghi e tartufo, pappardelle al cinghiale (le ho provate quella sera, ottime!), pici all' aglione o con funghi e salsiccia.
Bocconcini di cinta senese alla Bacco, cinghiale alla vecchia maniera, coniglio ripieno di tartufo in salsa di zafferano, filetto del ghiottone con riduzione di Chianti, filetto Perucà con lardo di Colonnata e pancetta di cinta senese, tagliata di manzo. Dolci pregevoli, tra cui il "tre in uno" e i classici cantuccini al Vin Santo o allo zafferano.
Buoni vini.
Per Osterie d'Italia 2014: "Nel fitto dedalo di viuzze della suggestiva San Gimignano, la città delle cento torri, Perucà è incastonato al piano terra di un palazzo medievale. L'arredamento è sobrio, con una cura del dettaglio che lascia trasparire una tradizione ventennale; soprammobili e quadri ricordano svariate contaminazioni culinarie. Ad accogliervi troverete il proprietario Fabio Pernarella, che conduce il locale assieme alla moglie Lidia, in cucina; completano la gestione familiare la figlia Elisa e il genero Ardit. Si può iniziare con la classica fettunta al pomodoro, con l'antipasto del buongustaio o con quello Perucà (10 €), che offre un ampio ventaglio di prodotti del territorio. Da segnalare anche la bresaola di
cinghiale con salsa di zucchini e pecorino e il crostone al lardo di Colonnata e fagioli bianchi (6,50 €). Tra i primi, i fagottini del contadino (9 €), gli gnocchi funghi e tartufo, le pappardelle al cinghiale (8 €) e i classici pici all'aglione disponibili anche con funghi e salsiccia. Per proseguire, bocconcini di cinta senese alla Bacco, cinghiale alla vecchia maniera (15 €), coniglio ripieno al tartufo in salsa di zafferano, filetto del ghiottone con riduzione al Chianti, filetto Perucà (16 €) con lardo di Colonnata e pancetta di cinta senese, tagliata di manzo. Veramente pregevole, tra i dolci, il "tre in uno", cui si affiancano i classici cantuccini con Vin Santo e semifreddi, ai cantuccini o allo zafferano. La cantina offre una buona varietà di etichette soprattutto toscane; gradevole il vino della casa."
Perucà; alcune immagini personali:
Perucà; alcune immagini dal web:
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