http://www.ristorantedaceleste.com/it-it/
Voto: 87
Numero di visite: 2
Ultima visita: 10/2009
Fascia di prezzo: 39-50
Guide e recensioni: Accademia Italiana Cucina, Alice, Touring, Buon Ricordo
-Volpago del Montello- (TV)
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Voto: 87
Numero di visite: 2
Ultima visita: 11/2006
Fascia di prezzo: 32-40
Guide e recensioni: Osterie d'Italia, Espresso, Michelin, Alice, Touring
-Pavia- (PV)
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Aggiornamento del novembre 2024:
Ho diviso il post inserendo il Portoantico (ora Panigacci Wow) in un post a sé stante perchè i locali chiusi o con cambio tipologia e gestione li inserisco in un post a parte.
Questo il mio post precedente:
Tre locali diversi riuniti in un post unico per la loro posizione in classifica, per il numero di visite effettuate, per gli anni che vanno dal 2006 al 2009, per il fatto di non avere foto personali dei piatti e dei luoghi.
Ma differenti per tipologia, anche se comunque locali di buon livello, anche a livello di prezzi al tempo in cui li provai, certamente non economici ma medio-alti.
Iniziamo da Celeste a Venegazzù, frazione della cittadina di Volpago del Montello, patria d'origine della mia famiglia (mio nonno Giovanni nacque proprio a Volpago nei primi anni del '900)
Del ristorante da Celeste conservo il piatto del Buon Ricordo (ancora oggi attuale, sempre uguale al 2009, un classico!) e allego quindi la foto del piatto che fa bella mostra nella mia cucina.
Ricordo un' ottima cena, con il piatto come pezzo forte, i cappelletti del Conte Loredan, pasta fresca tirata a velo, patate e funghi del Montello, come condimento ragù di carne di piccione con aggiunta di funghi "barboni", qui ritenuti migliori dei porcini. Poi altre ottime portate, con il radicchio rosso trevigiano che arricchisce molte pietanze, carni, asparagi, funghi, zucca, risotti e paste fresche ripiene e non: tutto molto ricco e saporito, un luogo gastronomico molto rinomato in zona.
Per l'Accademia Italiana: "locale ricavato da un'antica casa di caccia. Gradevoli e accoglienti gli ambienti più piccoli così come le sale più ampie, destinate a banchetti. Molto conosciuto Celeste Tonon, iniziatore dell'attività che ha saputo mantenere le tradizioni proponendole anche fuori dell'ambito trevigiano in Italia e all'estero, attraverso un'attività di catering apprezzata ai più alti livelli. Il menu non indulge a tentazioni ittiche se non in ossequio alla tradizione come per il baccalÃ
Piatti tipici:
coniglio marinato agli aromi
baccalà mantecato e sarde in "saor"
pasta e fagioli alla veneta
spiedo misto
faraona in salsa "peverada"
tiramisù trevigiano
Piatto da non perdere:
ravioli di funghi e piccione (cappelletti del Conte Loredan)"
Piatti tipici:
coniglio marinato agli aromi
baccalà mantecato e sarde in "saor"
pasta e fagioli alla veneta
spiedo misto
faraona in salsa "peverada"
tiramisù trevigiano
Piatto da non perdere:
ravioli di funghi e piccione (cappelletti del Conte Loredan)"
Per il BuonRicordo: "Venegazzù è sul Montello, la dorsale boscosa che s’innalza nel cuore della gioiosa Marca Trevigiana. Si varca così la soglia di questo locale – rustico d’antica storia, tra focolari e spiedi a vista – del quale in tanti anni i fratelli Tonon ne hanno fatto un santuario della cucina trevigiana. Oltre al menù parla un calendario di serate che passano in rassegna tutte le specialità del territorio, dai funghi al radicchio rosso. Da sperimentare, la nuova struttura di Casa Gobbato, padiglione immerso nel verde, adibito a banchetti e grandi eventi, sapendo di poter contare sul servizio della casa madre."
Per Alice: "Trattoria con giardino, ricavata in una casa di caccia. Propone piatti tipici della zona che variano con le stagioni. Appartiene all'unione dei ristoranti del Buon Ricordo con i cappelletti del Conte Loredan"
Proseguiamo con l' Antica Osteria del Previ, altro storico locale in Pavia, Borgo Ticino, dall' altra parte del famoso ponte coperto. Qui ci sono venuto sempre in due occasioni, per lavoro in zona, quando mi recavo all'INFN di Pavia, l'Istituto di Fisica Nucleare dove tenevo dei corsi di formazione a operatori di laboratorio che programmavano e lavoravano su macchine utensili a CNC su esperimenti di Carlo Rubbia per il CERN di Ginevra, uno dei miei vanti lavorativi più importanti.
Per il Touring: "Sta sulla riva del Ticino, appena al di là dello storico ponte Coperto, questo locale che dal 1879 opera nel campo della ristorazione. Cucina nell'ambito della tradizione che propone in menu: trota in carpione, cappellacci del Previ, risotti, storione alla borgo, baccalà alla pavese e, per finire, sabbiosa con salsa di zabaione"
Per Alice: "Trattoria con giardino, ricavata in una casa di caccia. Propone piatti tipici della zona che variano con le stagioni. Appartiene all'unione dei ristoranti del Buon Ricordo con i cappelletti del Conte Loredan"
Alcune immagini dal web:
Segnalata con chiocciola fino al 1996 da Osterie d'Italia, è sicuramente una delle più antiche osterie di Pavia, e proponeva tradizione pavese con piatti tipici appena rivisitati con pudore e delicatezza per renderli più gradevoli ai commensali moderni. Salumeria in primis, con culatelli, spalla cotta di Parma, lardo al rosmarino, salami confezionati in casa. Quindi cappellacci del Previ, ripieni di carni e verdure saltati in padella, risotti con le rane, radicchio e speck oppure al brasato. Secondi come capel del pret, muscoli di guancia, detti "ganassini" steccati con pancetta e acciughe, oppure in inverno bottaggio (la casoeula) con costine di manzo e oca, lumache alla pavese, lessi misti e trippa. In estate filetti di pesce persico, luccio, coregone, rane fritte, casoeula di merluzzo. Quindi dolci casalinghi.
Per Osterie d'Italia 1995: "Situata nel vecchio Borgo Basso, lungo l'argine destro del Ticino e a poche decine di metri dal ponte coperto, è forse la più antica osteria-trattoria di Pavia.
L'estroso cuoco e boss, Carlo Fusari, malgrado provenga da tutt'altre esperienze (che inavvertitamente ben si conciliano col nome dialettale dell'osteria, rappresentato anche nell'insegna), da quattro anni qui propone piatti tipici della tradizione pavese e lombarda appena rivisitati con pudore e delicatezza.
Che Carlo per dodici anni sia stato salumiere lo si vede dall'accurata scelta dei culatelli, della spalla cotta di Parma, del lardo al rosmarino, dei salami da lui stesso confezionati.
I menu seguono le stagioni e gli umori di Carlo che inventa qualcosa di diverso ogni giorno. Fra i primi ci sono sempre i cappellacci del Previ, ripieni di carne e verdure e saltati in padella, risotti con rane, radicchio e speck o al brasato. Fra i secondi il capel del pret (un brasato con due varianti), i muscoli di guancia, detti ganassini', steccati con pancetta e acciughe. D'inverno il bottaggio (o casoeúla) con costine di manzo e d'oca, le lumache alla pavese in nido di polenta, i lessi misti e la trippa. Nella bella stagione i filetti di pesce persico, di luccio, di coregone, lo storione alla borghigiana, le rane fritte
e impanate, la casoeûla di merluzzo. I dolci sono casalinghi. Sono presenti molti formaggi lombardi, ed è in preparazione una carta che propone gli accostamenti dei vini. Non c'è che l'imbarazzo della scelta, per bere, attingendo da una carta ampia e qualificata con le migliori proposte locali e nazionali."
Per Alice: "Il Previ era una delle tante osterie per universitari di cui era pieno il Borgo Basso lungo la riva destra del Ticino. Tavoli in formica e piatti semplicissimi. Poi, con il tempo, gli studenti sono cambiati, o li hanno fatti cambiare, e ora frequentano altri luoghi. E le osterie hanno fatto la muta. Ora l'unica traccia del passato è l'insegna rossa. In compenso il Previ continua a piacere alla Michelin (che lo cita tra i pochissimi ristoranti della città ). Effettivamente è un buon ristorante, con due sale, un bel camino e arredato con gusto, forse un po' pesante. Ricette classiche ben preparate con un cenno di inventiva: trota in carpione, cappellacci del Previ, brasato antica osteria, rane e pesci di fiume. Conto sui 35-40 euro, menù per gruppi (prenotare) a 35 euro secondo le offerte di stagione."
Immagini delle visite a Pavia:
L'estroso cuoco e boss, Carlo Fusari, malgrado provenga da tutt'altre esperienze (che inavvertitamente ben si conciliano col nome dialettale dell'osteria, rappresentato anche nell'insegna), da quattro anni qui propone piatti tipici della tradizione pavese e lombarda appena rivisitati con pudore e delicatezza.
Che Carlo per dodici anni sia stato salumiere lo si vede dall'accurata scelta dei culatelli, della spalla cotta di Parma, del lardo al rosmarino, dei salami da lui stesso confezionati.
I menu seguono le stagioni e gli umori di Carlo che inventa qualcosa di diverso ogni giorno. Fra i primi ci sono sempre i cappellacci del Previ, ripieni di carne e verdure e saltati in padella, risotti con rane, radicchio e speck o al brasato. Fra i secondi il capel del pret (un brasato con due varianti), i muscoli di guancia, detti ganassini', steccati con pancetta e acciughe. D'inverno il bottaggio (o casoeúla) con costine di manzo e d'oca, le lumache alla pavese in nido di polenta, i lessi misti e la trippa. Nella bella stagione i filetti di pesce persico, di luccio, di coregone, lo storione alla borghigiana, le rane fritte
e impanate, la casoeûla di merluzzo. I dolci sono casalinghi. Sono presenti molti formaggi lombardi, ed è in preparazione una carta che propone gli accostamenti dei vini. Non c'è che l'imbarazzo della scelta, per bere, attingendo da una carta ampia e qualificata con le migliori proposte locali e nazionali."
Per Alice: "Il Previ era una delle tante osterie per universitari di cui era pieno il Borgo Basso lungo la riva destra del Ticino. Tavoli in formica e piatti semplicissimi. Poi, con il tempo, gli studenti sono cambiati, o li hanno fatti cambiare, e ora frequentano altri luoghi. E le osterie hanno fatto la muta. Ora l'unica traccia del passato è l'insegna rossa. In compenso il Previ continua a piacere alla Michelin (che lo cita tra i pochissimi ristoranti della città ). Effettivamente è un buon ristorante, con due sale, un bel camino e arredato con gusto, forse un po' pesante. Ricette classiche ben preparate con un cenno di inventiva: trota in carpione, cappellacci del Previ, brasato antica osteria, rane e pesci di fiume. Conto sui 35-40 euro, menù per gruppi (prenotare) a 35 euro secondo le offerte di stagione."
Immagini delle visite a Pavia:
1993:
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