sabato 21 gennaio 2023

Ca' D' Oro Alla Vedova (92) 🧔🧔

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Voto: 92
Numero di visite: 4
Ultima visita: 06/2023
Fascia di prezzo: 40-53
Guide e recensioni: Osterie d'Italia, Michelin, Gambero Rosso, Accademia Italiana Cucina, Alice, Touring, Gran Consiglio della Forchetta, Dissapore

-Venezia- (VE) 


Altro aggiornamento, giugno 2023: Questa settimana siamo venuti a cena alla Ca' d'Oro Alla Vedova in quattro colleghi di lavoro, io, Marco, Giuliano e Pietro e cosa abbiamo deciso? Di aumentargli il voto, a giudizio unanime, portandolo dal precedente 88 all'attuale 92... Se continua a salire così, ad ogni mia nuova esperienza, fra un po' questo locale diventerà uno dei miei TOP 👍 in assoluto!
Abbiamo naturalmente iniziato con le polpette come cicheto con una bella ombra di bianchetto, quelle non possono mai mancare, poi abbiamo proseguito smazzandoci bavette al nero di seppia e bigoli in salsa (una bella lotta, alla fine nessuno di noi è stato capace di pronunciarsi sul piatto vincente) e quindi seppie in nero con polenta e frittura mista con verdure (anche qui ci siamo divisi le portate, ed anche qui è stato difficile trovare un vincitore, anche se a mio modesto avviso la frittura l'ho trovata straordinaria, croccante ed asciutta, come di raro accade...quindi frittura di pesce TOP TOP TOP!!!).
Conto in linea con ciò che abbiamo mangiato, per essere a Venezia diremmo pure super onesto!


Foto della serata di giugno 2023 a Venezia:




























Aggiornamento marzo 2023:
Non potevo mancare di farmi un cicheto ed un paio di ombre ieri sera a Venezia insieme ad un mio collega, Luca, che non era mai stato alla Ca' d'Oro...gli avevo promesso che gli avrei fatto assaggiare le migliori polpette della sua vita... e così è stato. Quindi, anche se questa non è stata una vera cena (avendo soltanto stuzzicato l'appetito per la cena all' Osteria da Alberto, che è stata davvero molto buona, vedasi post...) mi sembra giusto contare una visita in più al locale ed aumentare il punteggio dal precedente 86 all' attuale 88 perchè, delle polpette così, davvero non le trovate da nessuna parte...quindi se capitate a Venezia, su Strada Nova, scendendo da Ferrovia a Rialto, fermatevi sulla piccola calle Ramo Ca' d'Oro, perchè questo locale storico, uno dei bacari più famosi della città, merita davvero una sosta, anche solo per gustarsi in piedi, al bancone, i suoi cicheti e le sue ombre de vin dalla caraffa, come si usava già dalla fondazione, a metà ottocento.



Questo il mio post precedente:
Uno dei miei bacari veneziani preferiti, uno dei più famosi, dove ho mangiato le migliori polpette in assoluto della mia vita: spettacolari! Qui a cena ci siamo venuti due volte, altre volte per un veloce cicheto ed ombra, sempre a prezzi super popolari. Siamo nel trafficato sestriere di Cannaregio, confusione, tanta gente, ma il luogo è estremamente piacevole, con Mirella in sala e anche i nipoti. Quindi dopo cicheti e ombre disponibili tutto il giorno alla sera ci si siede per una carrellata di bontà, dalle sarde in saor alle famose polpette, bigoli al baccalà, spaghetti al nero di seppia, baccalà mantecato con polenta, frittura. Io sono oramai di casa visto che tutte le volte che passo da Venezia un cicheto ed un' ombra (che spesso mi viene addirittura offerta) qui non me li perdo assolutamente.

Per Osterie d'Italia 2024:



Per il Gambero Rosso 2024: "La scelta di cicchetti è vastissima, le polpette eccezionali. Ma questa accogliente insegna propone anche ottimi piatti: frittura di pesce, bigoli in salsa e spaghetti alla busara. Prenotare sempre"

Aggiungo a questo post anche il bel post di Dissapore: "Ca’ d’Oro Alla Vedova, Venezia, recensione: il bacaro della Polpetta.
Recensione del bacaro di Venezia, Ca’ d’Oro Alla Vedova, tappa fondamentale del nostro tour per bacari. I cicchetti, i prezzi, l'ambiente, le foto, le opinioni.
Un lunedì di ottobre, orario aperitivo, un paio di compagni di bacari. Per la verità i compagni di cicchetti sono in ritardo e l’attesa in Strada Nova – percorso obbligato che dalla stazione conduce verso Rialto – si rivela così un interessante momento di approfondimento etno-antropologico con osservazione sul campo. La meta prescelta per la nostra ultima recensione dei bacari di Venezia è un luogo storico che ha visto crescere generazioni intere. Il nome ufficiale è “Trattoria Ca’ D’Oro alla Vedova” ma da tutti è affettuosamente nota come “La Vedova”. Poco importa infatti che si trovi in linea diretta con la calle che porta alla fermata del vaporetto che conduce ad uno dei gioielli architettonici cittadini, la Ca’ D’Oro appunto: qui conta la storia.
E la storia narra che dalla morte del padre del proprietario, che ne lasciò vedova la madre, i clienti abituali per identificare il locale dove darsi appuntamento per un’ombra dicessero “andiamo dalla vedova”. E Vedova, maiuscolo, fu.
Sistemata in fondo ad una calle – e quindi nascosta alla vista – funziona perfettamente per separare chi è veneziano da chi è turista. I secondi ci arrivano con app e geolocalizzatori, chiedendosi se sia davvero dove dice la mappa. I primi – ed è affascinante vedere come la ritualità si ripeta celebrando se stessa – conoscendo esattamente la calle in cui entrare, o la inforcano direttamente o, nel bel mezzo di una passeggiata di gruppo, di fronte alla proposta di un componente (“ci prendiamo una polpetta?”), si bloccano, deviano e varcano la soglia. L’età dei clienti è irrilevante: la Vedova è intergenerazionale.
Nonostante l’uso del termine “atmosfera” generi ormai reazioni inconsulte, qui non solo è d’obbligo ma rappresenta la corrispondenza perfetta tra aspettative e realtà. Fotografie, mappe e stampe alle pareti, pentole di rame appese al soffitto, mobilio antico, tavoli e sedie che sanno di trattoria autentica, lampadari d’epoca, ninnoli: su tutto, quell’illuminazione giallina che ammorbidisce gli occhi e li strega subito. Prima ancora del bancone, è insomma l’ambiente ad affascinare: certo, il contesto è profondamente diverso dai bei tempi andati – seduta ai tavoli la clientela è quasi totalmente straniera – e i prezzi si sono alzati leggermente, ma il fatto che il cliente veneziano ci entri per il cicchetto, che ben più del pasto consumato fuori identifica la fruizione cittadina, è segno che il locale non solo è amato ma è rimasto pressoché ai livelli di un tempo.
Al banco e ai tavoli il personale ci sa fare. Non gigioneggia, è professionale e cortese. Ricordatevi di prenotare se avete intenzione di cenare: sperare di trovare un posto libero all’ultimo, è utopia.
Esaurita la doverosa premessa di cronaca in cui vi diciamo che Alla Vedova è ristorante oltre che bacaro, possiamo ora dedicarci al cicchetto per eccellenza per cui si viene qui: la Polpetta. Il maiuscolo è voluto ed esposto sul bancone con modestia. Non troneggia, semplicemente sta. Istituzione dalla crosta croccante e abbronzata e dal ripieno saporito, consistente, che non tradisce ricicli di avanzi (impossibile, viste le quantità di esemplari preparate), servita calda, la Polpetta si fa addentare con fierezza e senza arrendevolezza. Pretende attenzione esclusiva e forse solo i veneziani, abituati, riescono ad addentarla con leggerezza, mentre chiacchierano. Per tutti gli altri il morso è preceduto da osservazioni, commenti, espressioni felici e perfino silenzi.
Consumato il rito, si può far vagare lo sguardo lungo il bancone che vede sarde in saor, baccalà, seppie alla griglia, insalata di piovra… i classici insomma. Il crostino con il mantecato, particolare non irrilevante, è preparato al momento evitando così l’effetto pane umido e superficie ossidata del baccalà. Altrove gommose ed insapore, qui le seppie sono saporite e morbide. I prezzi? A partire da 2 euro per cicchetto.
Ora che siamo arrivati alla fine del nostro tour per i bacari (i più significativi, ovviamente. A recensirli tutti ci vorrebbero dei mesi e un fegato di ricambio) possiamo dirlo: l’intenzione era di chiudere in bellezza. Non è un caso insomma se abbiamo lasciato la Vedova come ultima tappa. Il timore tuttavia era quello di rimanere delusi, trovando una macchietta, una diva ormai invecchiata e ridotta a maschera di sé stessa. Così non è stato: nonostante il bacaro veneziano sia ormai diventata un’attrazione al pari dei monumenti cittadini, le possibilità di trovare qualche angolo autentico esistono ancora."

Per il Touring: "Da 130 anni la stessa collaudata gestione familiare per un ambiente informale a che propone i piatti della tradizione, a base soprattutto di pesce, come i bigoli in salsa, gli spaghetti con le vongole e le bavette al nero di seppia; per chiudere, biscotti e vino dolce"

Per l'Accademia Italiana della Cucina: 


Per Alice: "Osteria storica con atmosfera simpatica e pittoresca, la si può scegliere anche solo per un cicheto al bancone, con un'offerta molto ricca a partire dalle famose polpette; oppure si può gustare un pasto di cucina di pesce tipicamente veneziana. Si spendono circa 35-40 euro".

Per il Gran Consiglio della Forchetta: "Il ristorante Cà D’Oro alla Vedova è quello che ci si aspetta da un “bacaro”, sedie ,tavoli ,rivestimenti alle pareti, il bancone d’epoca consunto da decenni di attività. Piacevolissima trattoria tipica, con aperitivo immancabile al banco. Il locale è storico, arredato con stile insieme rustico e ricercato, la cucina veneziana ottima."


Le foto delle visite precedenti:












Alcune immagini dal web:





























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