martedì 17 gennaio 2023

La Contea, La Bolognese, La Casa e Terrasanta - CHIUSI (85)


 https://newsfood.com/cera-una-volta-la-contea-di-neive-langhe-piemonte/


Voto: 85
Numero di visite: 1
Ultima visita: 10/2012
Fascia di prezzo: 70-85
Guide e recensioni: Espresso, Michelin, Gambero Rosso, Alice, Touring, Buon Ricordo

-Neive- (CN) 
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Voto: 85
Numero di visite: 1
Ultima visita: 02/2010
Fascia di prezzo: 20-25
Guide e recensioni: Osterie d'Italia, Michelin, Alice, Touring

-Vignola- (MO) 
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La Casa


Voto: 85
Numero di visite: 1
Ultima visita: 03/2000
Fascia di prezzo: 35-45
Guide e recensioni: Osterie d'Italia, Espresso

-Novellara- (RE) 
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Voto: 85
Numero di visite: 1
Ultima visita: 02/2005
Fascia di prezzo: 30-41
Guide e recensioni: Osterie d'Italia, Espresso, Gambero Rosso, Alice, Touring

-Nocera Superiore- (SA) 

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4 posti che non esistono più. 4 ristoranti che hanno fatto storia, dalla Contea di Neive del mitico Tonino alla Bolognese di Vignola, forse in assoluto la migliore tagliatella al ragù della mia vita...Alla Casa di Novellara, che fu per tantissimi anni il mio n. 1 in Emilia, e quindi il Terrasanta di Nocera, luogo magico dalla cucina verace e saporita...
Pazienza...un pezzetto di storia che voglio in qualche modo ricordare.
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Iniziamo dalla Contea di Neive. Subito la foto del piatto del Buon Ricordo appesa alla parete della mia cucina.


Venimmo a pranzo nell'ottobre del 2012 io, Filippo e Alexander, mio cognato berlinese, detto Sasha. Grande esperto di vini piemontesi e di cucina di Langa, non volle mancare il piatto del Buon Ricordo del mitico ristorante di Claudia e Tonino Verro, che naturalmente rappresentava un loro classico cavallo di battaglia, La Bagna Cauda: strepitosa, reale, superlativa... Chiaramente già i prezzi del ristorante erano elevati, aggiungiamoci sopra un Barolo ed un Barbaresco d'annata, et voilà... ricordo ancora il conto...poco sotto i 500 euro in tre (di cui un bambino di 13 anni...😱).
Ma tant'è ...pranzare in questo luogo fu sicuramente una tra le esperienze più interessanti nella mia straordinaria esperienza culinaria...qui si gustavano golose ricette della tradizione, paste tirate ad opera d'arte. ripieni senza senso...tartufi di pregiatissima qualità, selvaggina....
Tonino è purtroppo mancato nello scorso mese di dicembre 2022 all' età di 74 anni.

Per il BuonRicordo: "Neive è un pittoresco paese delle Langhe contrassegnato dalla Bandiera Arancione TCI per il suo impegno nella riduzione dell'impatto ambientale e nell'accoglienza calorosa dei turisti. Proprio in questo punto, nella piazza principale, sorge un'antica dimora trasformata in una sorta di santuario gastronomico tradizionale quanto innovativo da Claudia e Tonino. Lì vicino alla Torre, c'è l'Enoteca «Al nido della cinciallegra», ideale per intenditori esigenti. Poco distante, l'azienda agricola «La Contea» fornisce vini e prodotti biologici.
LA BAGNA CAUDA: La storia di questo piatto è una sorta di fiaba che coinvolge il commercio delle acciughe della gente di montagna della Val Maira e il ruolo significativo svolto dall'aglio nelle tradizioni delle Langhe. Ecco perché la “bagna caôda” è considerata il piatto della tradizione locale, una salsa umile e povera molto utilizzata dalla popolazione savoiarda di Torino. La salsa viene mantenuta calda per tutta la cena e accompagnata da verdure crude come cardi, peperoni in salamoia e vinacce. Abbinalo al vino Nebbiolo delle Langhe."

Per il Touring: "In una piazzetta sotto il castello, albergo situato in un silenzioso palazzo signorile con camere curate, dotate di mobili d'epoca e munite di propri servizi; incantevoli e suggestive le sale sottostanti, ricavate da cantine del Cinquecento. Cortesia e professionalità garantite dalla famiglia Verro dal 1978"

Per Alice: "Salire in una mattina d'inverno nel centro di Neive, fermarsi nella piazzetta davanti alla Contea, entrare e trovare i camini accesi e le tavole apparecchiate con eleganza e sobrietà. A tavola si è accuditi dal titolare e ci si può abbandonare ad una cucina di alto livello, assolutamente tradizionale, ma proposta con una maestria di alta scuola: fra le golose ricette timballo al tartufo nero, tajarin accomodati alle tre carni, anitra in tegame alla Langhigiana. Piatto del Buon Ricordo con la coda di vitella piemontese brasata al Barbaresco. Alla carta conto sui 70 euro, meno scegliendo un menù guidato. Una certezza ed una garanzia"



Alcune immagini dal web:







La Bolognese è il secondo locale che voglio ricordare, perchè di quella sera di febbraio 2010 due sono le cose che mi porto nel cuore: le tagliatelle al ragù e la conclusione del pasto con un cucchiaino di aceto tradizionale di Modena... mai fine di un pasto fu più degna... Era appena finita la seconda guerra mondiale quando aprì La Bolognese. La gestione rimase sempre la stessa, con le sorelle Lara e Luisa che preparavano cucina tradizionale come se fossero a casa loro, senza menù ma con i piatti del giorno raccontati a voce, in un autentico tripudio di sapori della provincia modenese. Per le loro tagliatelle al ragù venivano persino dagli Stati Uniti, per i tortellini o la pasta e fagioli magari da un po' più vicino, ma sempre gourmet da tutta Italia e dal mondo. Tra i secondi si poteva scegliere il fegato alla veneziana, l'arrosto di maiale, le scaloppine al balsamico, lo zampone. Si concludeva sempre il pasto con il creme caramel, definito senza mezzi termini " il migliore d'Europa".
Lambrusco Grasparossa era l'unico vino disponibile. Adieu, care sorelle Franchini.
Ho avuto la fortuna di cenare anche io da voi. 

Per Osterie d'Italia 2020: "I piatti di questa storica osteria sono quanto di più autentico potete assaggiare in zona: imperdibili le tagliatelle al ragù, lo zampone, il crème caramel.
La guerra era appena finita quando aprì La Bolognese. Oggi come allora, con la stessa gestione delle sorelle Lara e Luisa, si può apprezzare la cucina tradizionale preparata come a casa.
Non c'è menù e i piatti sono raccontati a voce, ma sono quanto di più autentico potete assaggiare in questo pezzo della provincia modenese. Non ci sono antipasti e si parte direttamente con la specialità della casa: la sfoglia e la pasta all'uovo, fatta a mano ogni mattina. Ecco, quindi, le tagliatelle al ragù (7 €), vero simbolo del locale, abbondanti e con un magnifico condimento. Buoni i tortellini in brodo e la pasta e fagioli. Tra i secondi, il fegato alla veneziana (8€) o ai ferri, l'arrosto di maiale, le scaloppine al limone o all'aceto balsamico, lo zampone. Pochi e tradizionali i contorni: purè, patate arrosto, verdura cotta e saltata con il burro, insalata. Tra i dolci si raccomanda il crème caramel (4€) definito, senza mezzi termini, "il migliore d'Europa". Buone anche la zuppa inglese, la crostata, la torta al cioccolato. Il vino, da queste parti, è solo il Lambrusco: cosi è anche alla Bolognese, che propone un Grasparossa di etichetta propria venduto a consumo. Si consiglia la prenotazione."

Per Alice: "Trattoria accogliente e ben arredata con due piccole sale e uno splendido cortile interno, che si affaccia sulla Rocca quattrocentesca. Luogo ideale per apprezzare la cucina emiliana tradizionale, "coccolati" da una gestione che vanta 60 anni di tradizione familiare. In tavola tagliatelle alla bolognese, tortelli, scaloppine all'aceto balsamico e prosciutto al forno, accompagnati da buoni vini regionali. Sui 35 euro il conto. Aperto solo a pranzo"

Per il Touring: "Questa trattoria ormai storica è gestita da due sorelle che portano in tavola oltre alle tagliatelle alla bolognese citate nell'insegna, anche ravioli, tortelli e un'ottima pasta e fagioli. Nella sala luminosa caratterizzata dalle colonne di legno d’ebano, chi vuole proseguire dopo l'assaggio di primi potrà gustare anche carni arrosto e dolci casalinghi. Il tutto accompagnato da un buon Lambrusco o Sangiovese, tanta simpatia e un conto più che ragionevole"


Alcune immagini dal web:
















Alla Casa di Novellara ci sono venuto una sera nel marzo del 2000, ed il ricordo di quella cena mi è rimasto nella memoria e nel cuore per tanto tempo...
La cucina proposta dalla famiglia Daolio parlava di "contaminazioni" culturali e alimentari, un misto di reggiano e mantovano per ragioni geografiche e famigliari, di confine, e quindi tradizioni della Bassa, dalla sbrisolona alle mostarde, dai ripieni dei tortelli ai lessi, con rispetto sempre delle stagionalità. Zampone, cotechino, bolliti, lasagne, tagliatelle con sugo di selvaggina del Po in inverno, ma anche risotti con vari condimenti, gnocchi di patate con la pancetta, gli stricchetti al ragù di verdura, i maccheroncini al pettine conditi con lo stracotto di manzo, gli arrosti di faraona o di coniglio; il roast-beef di cavallo, il galletto alla brace e la caprese serviti solo d'estate. Sempre presenti salumi, gnocco fritto e zuppa inglese per dolce.

Per Osterie d'Italia 2001: "Le "contaminazioni" culturali e alimentari di cui si fa un gran parlare, da queste parti sono la norma. In particolare qui, alla Casa di Novellara, splendida piccola città della Bassa, la cucina parla un linguaggio misto, reggiano e mantovano, sia per ragioni geografiche - siamo
in una terra di confine  - sia per ragioni familiari. Nella numerosa famiglia Daolio ci sono ascendenze mantovane che regalano alla signora Enrica, titolare e cuoca, ricette preziose per preparare una sbrisolona come si deve, per confezionare tortelli dai ripieni particolari o per servire, con il lesso, mostarde lombarde. Un ulteriore recente "sconfinamento", stavolta verso la Toscana, ha portato i titolari ad approvvigionarsi di carne chianina certificata.
Quattro sono i menu che scandiscono l'anno, uno per stagione. Ci piace menzionare soprattutto la cucina invernale, quella dello zampone, del cotechino, dei bolliti, delle lasagne e delle tagliatelle con sugo di selvaggina di Po, ma sono da ricordare anche i risotti (con vari condimenti), gli gnocchi di patate con pancetta, i tortelli di cui si diceva (di cime d'ortiche e colata di formaggio, di carote, di lattuga), gli stricchetti al ragù di verdura, i maccheroncini al pettine conditi con lo stracotto di manzo, gli arrosti di faraona o coniglio; molto interessanti anche il roast-beef di cavallo, la caprese di puledro e il galletto alla brace, serviti solo in estate. Sempre presenti, con i salumi, polenta e gnocco fritti e, per dolce, zuppa inglese, mattonella reggiana, budino della casa. Si beve Lambrusco mantovano e ci si
sente a casa, in questa trattoria semplice e ricca di calore. La domenica a pranzo, se si è un gruppo, si può provare a prenotare."


PS: non si trovano più immagini nemmeno su Internet del locale...peccato.


Concludo con il Terrasanta di Nocera Superiore, provincia di Salerno, che quando lo provai aveva ancora la chiocciola Slow Food, che ha tenuto fino al 2007.
Nella Campania Felix romana la terra più fertile era sicuramente l'agro nocerino sarnese e il locale di Alfredo e Rosario trattava solo prodotti di altissimo livello, con moltissimi Presidi Slow Food. Si iniziava con frittelle di baccalà su vellutata di broccoli o con la scarola in sfoglia tirata a mano con capperi e olive. I primi di pasta fresca o di Gragnano erano sempre conditi con sughi stagionali e in funzione della reperibilità delle materie prime: cannelloni con straccetti di bufala, pomodoro e provola, spaghettoni di primo grano al pomodoro San Marzano e la calamarata con frutti di mare. Di secondo tonno scottato, baccalà e carni di chianina cotte su pietra lavica. Dolci come semifreddo al gianduia e il tortino freddo di cioccolato con gelato al latte di mandorla concludevano l'ottimo pasto. Ci venni a cena con un ex collega, Roberto, a me molto caro, che si godette la cucina della terra dei suoi genitori, essendo lui campano d'origine ma eporediese d'adozione.

Per Osterie d'Italia 2006: "La Campania felix dei Romani probabilmente ebbe nell'agro nocerino sarnese la sua massima espressione territoriale: eccezionale la concentrazione di produzioni agroalimentari che questa piana forniva. Oggi molto è cambiato, poiché l'utilizzo indiscriminato del territorio e la mancanza di pianificazioni oculate hanno ridotto a un'esigua minoranza quelle produzioni che una volta erano diffuse. Terra Santa, tuttavia, propone ancora uno spaccato dei sapori di un tempo, senza banalizzazioni di sorta e con interessanti spunti creativi. Il locale è situato sulla strada che da Nocera Superiore porta a Roccapiemonte ed è stato ricavato dall'ossario di un'abbazia del XII secolo. L'accoglienza riservata da Alfredo e Rosario fa sentire il calore dell'ospitalità partenopea; in cucina, invece, Giuseppe Stanzione utilizza con il massimo rispetto materie prime di alta qualità, molte delle quali sono Presìdi Slow Food campani e italiani. Si parte con frittelle di baccalà su vellutata di broccoli o con la scarola in sfoglia tirata a mano con capperi e olive. I primi sono fatti con pasta fresca o di Gragnano e conditi con sughi determinati dalla stagione e dalla reperibilità delle materie prime. Ottimi i cannelloni con straccetti di bufala, pomodoro e provola, gli spaghettoni di primo grano al pomodoro sanmarzano e la calamarata ai frutti di mare. Di secondo, se è buono il tonno scottato, sono strepitose le preparazioni a base di baccalà e le carni di chianina biologica cotte su pietra lavica. Anche il carrello dei formaggi e i dolci (come il semifreddo al gianduia e il tortino freddo di cioccolato con gelato al latte di mandorla) fanno la loro parte. Non c'è carta dei vini, che si scelgono dalla piccola ma fornita cantina: tutti sono proposti con ricarichi onestissimi."

Per il Touring: "Locale suggestivo, ricavato dalla cripta attigua alla basilica della Madonna Nera di Materdomini, che si estende sotto caratteristiche volte originali e cantonali in pietra, propone una cucina semplice e stagionale. Ricette tradizionali composte utilizzando prodotti locali freschissimi e con grande attenzione ai condimenti. Il locale propone tre menu degustazione composti prevalentemente da assaggini di antipasti freddi e primi piatti"

Per Alice: "Nella suggestiva cornice del piano seminterrato della Basilica Mariana dedicata all'Assunta (anno 1152) è oggi un buon indirizzo per gustare la cucina tradizionale del territorio: carciofo arrosto, bucatini al ragù di salsiccione, sformatino di provola e melanzana. Interessante cantina che privilegia i vini campani ma dove non mancano le etichette nazionali ed estere. Per un pasto completo si spendono 40-45 euro, menù degustazione di terra e di mare a prezzi più bassi"


Alcune immagini dal web:





































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