Alla Maddalena (95) 🧔🧔

 http://www.trattoriamaddalena.com/it/

Voto: 95

Numero di visite: 1

Ultima visita: 04/1996

Fascia di prezzo: 38-55

Guide e recensioni: Osterie d'Italia

-Venezia- (VE)

A Mazzorbo, isola della laguna veneziana che fronteggia la più famosa Torcello, sorge una trattoria che è rimasta nel mio cuore, seppur io e la mia famiglia ci siamo venuti solo una volta, nella lontana Pasqua del 1996.

Poi a Mazzorbo ci siamo ritornati in altre occasioni (vedere le foto di alcuni anni dopo) ma non abbiamo più pranzato alla Maddalena, il luogo che mia mamma, che non c'è più da 10 anni oramai, ricordava come "il miglior pranzo della mia vita".

Ed è per questo che ancora oggi penso a quel luogo con tanto affetto.

Ricordo le castraure, le primizie dell'orto di stagione, il selvadego de vale, selvaggina delle valli lagunari, i simboli alimentari delle tradizioni culinarie della laguna veneta.

Ma ricordo ancora le moeche fritte, le schie fritte, il risotto con i caparozzoli, i buranelli col vinsanto e tanti altri ottimi piatti che gustammo in questa trattoria che veniva già citata da Slow Food su Osterie d'Italia (l'ultima edizione dove ho trovato la recensione è quella del 1998), ma la sorte del locale, che non credo abbia cambiato gestione e sia sempre in mano alla famiglia Simoncin, oggi mi è sconosciuta.

Si mangia sempre come ricordo?

Fatemelo sapere, avrei davvero tanta voglia di tornare a gustare quei fantastici piatti che sono rimasti nei miei ricordi di gioventù.

Per Osterie d'Italia 1998: "Castraure e selvadego de vale sono due simboli delle tradizioni agroalimentari delle isole della laguna veneta. Le castraure - oggi sempre più rare - sono piccoli, teneri carciofi che si raccolgono all'inizio della primavera e si cucinano per lo più in tecia, con o senza altre verdure. Il selvadego de vale è la selvaggina da piuma catturata prevalentemente nelle valli da pesca della laguna. Cacciagione e ortaggi dell'estuario sono - con il pesce, i molluschi e i crostacei -i pilastri di questa antica trattoria, condotta dalla famiglia Simoncin dal 1955 e trasferita dieci anni dopo nell' attuale sede, al centro dell'isolotto di Mazzorbo che si raggiunge da Burano attraverso un ponte, o in barca da Torcello.
Da settembre in poi - calendario e legislazione sulla caccia permettendo - la cucina propone i diversi tipi di anatra selvatica in un salmì di tradizione familiare: se ne condisce anche una squisita pastasciutta. Il primo sole primaverile regala invece le castraure, morbide e croccanti. Tutto l'anno si trova il pesce,
presentato spesso in abbinamento al riso (ottimo il risotto coni caparozzoi), mentre va prenotato il baccalà. D'inverno, riscaldano stomaco e cuore degli avventori una sostanziosa zuppa di trippe o la pasta e fagioli. Per i vini, la scelta è tra Raboso, Merlot, Cabernet e alcuni bianchi friulani.
Con il caldo potrete sedervi all'aperto lungo il canale, all'ombra della pergola o nella quiete del giardino sul retro, immerso fra gli orti dell'isola. Ma in ogni stagione la bellezza del luogo e la cordialità dei Simoncin la renderanno indimenticabile."


Le foto della nostra vacanza dell'aprile 1996:

Le foto dell'ultima visita a Mazzorbo con Ale e Pippo:

Alcune immagini dal web: