Voto: 93
Numero di visite: 2
Ultima visita: 04/2018
Fascia di prezzo: 36-44
Guide e recensioni: Osterie d'Italia, Golosario, Espresso, Gambero Rosso, Accademia Italiana Cucina, Cento Torino
-Torino- (TO)
Nel mese di aprile del 2018 sono venuto a cena in questa bella osteria di San Salvario, quartiere della movida torinese, ben 2 volte, la prima in compagnia di mia moglie Alessandra e la seconda con amici, sempre per gustare un' ottima cucina fatta di piatti semplici ma assolutamente corretti, con tipicitΓ piemontesi contaminate da influenze pugliesi di Martino Blonda, sempre attento alla provenienza delle materie prime.
Quindi qui, in questo locale creato nel 2010 da Giovanni Foresto, potrete assaggiare piatti tipici come la battuta di fassona, gli gnocchi con salsiccia di Bra, o fonduta di gorgonzola, arrosto di maiale alle nocciole ed insieme trovare Capocollo di Martinafranca oppure spaghetti alla chitarra con ragΓΉ di pecora.
Molto buoni i dolci.
Belle serate in compagnia....sicuramente da tornarci.
Per Osterie d'Italia 2024:
Per l'Accademia Italiana della Cucina:
Per I Cento Torino: "Ma fare le cose per benino è così difficile? Evidentemente sì se i locali di cucina piemontese semplici, dove si sta bene a un prezzo modico sono così rari in città (e li trovate tutti in queste pagine!). Il fatto è che troppo spesso cuochi e osti sono sopraffatti dall'ego, ancora più spesso si buttano all'avventura senza arte né parte, in alcuni casi, addirittura, tentano la strada della trappola per turisti. Ebbene: Le Putrelle è uno di quegli indirizzi che fanno eccezione alla regola. Giovanni Foresto è patron tutto d'un pezzo, di poche ruffianerie e di lunga pratica di cucina popolare. E visto che Giovanni ne capisce, nel 2010 ha colto il potenziale sotto i dred di Martino Blonda, Cuoco di grande altezza, molti capelli e mani fine in arrivo dalla Puglia. "Martino - deve avergli detto - hai voglia di dedicarti a una cucina piemontese tranquilla, fatta bene?" Quello, che è un mite, ha accettato e ora in questa sala dalle tinte vinaccia, con gli scaffali e i tavoli di legno scuro, si sta alla grande. Vitello tonnato, acciughe al verde, battuta di Fassone, insalata russa, peperoni con la bagna cauda, agnolotti alle tre carni, tagliolini al ragù, tagliata: il Piemonte più classico c'è tutto e ogni piatto è confezionato con garbo amorevole. Nessuna narrazione, nessuno che te la meni con la rava e la fava dei Presidi Slow Food (che però sono ampiamente utilizzati), nessuno che ti strazi con la storia del vignaiolo eroico: è una trattoria, si viene per mangiare bene, stare in compagnia. D'estate c'è un minuscolo dehors nel cortiletto sgarrupato che fa molto bohème. E quando Martino torna da giù - dopo le ferie in Puglia - magari ci scappa un capocollo da urlo, una polpettina fritta. Cosi ci si sente al mare anche a di fronte alla fermata del 16."
Nessun commento:
Posta un commento