https://www.feliceatestaccio.com/
Voto: 91
Numero di visite: 1
Ultima visita: 04/1995
Fascia di prezzo: 31-51
Guide e recensioni: Osterie d'Italia, Golosario, Espresso, Michelin, Gambero Rosso, Mangiarozzo, Alice, Touring
-Roma- (RM)
Aggiornamento dell'ottobre 2024:
Ho separato in due post quello che precedentemente avevo unito in uno unico, relativo a Felice a Testaccio e Cichin di Parona Lomellina. Ma la decisione di assegnare il punteggio massimo di 89 punti ai locali chiusi o che hanno cambiato gestione mi obbliga ad abbassare il voto di Cichin da 91 all'attuale 88 e quindi separarlo in un post a se stante.
Questo il mio post precedente:
Inserisco in un unico post due locali che ho provato quando mi avvicinavo ad Osterie d'Italia, quindi oramai più di 25 anni fa...il primo, Da Felice a Testaccio, provato nella Pasqua del 1995, il secondo, Cichin a Parona, nella Lomellina Pavese, nel gennaio del 1998.
Iniziamo da Felice, anche perchè qui da raccontare ne ho davvero tante... Da Felice Trivelloni, che oggi non c'è più ed ha lasciato spazio (e successo, visto i locali aperti anche a Milano) al figlio Franco (che fece l' errore di accettare la mia prenotazione nel loro storico locale romano ben 27 anni fa) si entrava solo se "accettati" da Felice, e questo era sicuramente un "modus operandi" che ne ha decretato l'enorme successo, visto la clientela di cui godeva (Roberto Benigni e tanti altri fedelissimi).
Io ed Alessandra, al tempo giovanissimi fidanzati, avevamo adocchiato questa osteria dai vetri smerigliati tipo sala giochi già nelle mattine precedenti, passandoci davanti attirati dal profumino di cibo che fuoriusciva dal locale anonimo, senza insegna alcuna. Ebbimo la malaugurata idea di entrarci in una fresca mattina per chiedere se ci fosse stato posto ad un tavolo per cena mentre Felice e sua moglie in cucina erano intenti ad affettare dei piccoli salumi, poco prima di mezzogiorno... Naturalmente la sua risposta fu assolutamente negativa: "NO!". Come sempre faccio insistei un poco, ma capii che non era aria...
Il giorno dopo, mentre mi trovavo a Trinità dei Monti, da una cabina telefonica chiamai il locale all'ora di pranzo e mi rispose appunto il figlio Franco, al quale domandai se vi era posto per 2 persone per l'ora di cena... Beh...incredibilmente Franco non si fece troppe domande e mi rispose positivamente, dicendomi l'orario preciso in cui saremmo dovuti essere al locale per evitare inconvenienti sgradevoli.
Puntualissimi (da buoni piemontesi), entrammo baldanzosi e tronfi nel locale all'ora convenuta, ci dirigemmo verso la piccola cucina dove Felice e sua moglie come sempre stavano affettando dei piccoli salumi, e la risposta fu "NO!" senza che nemmeno ebbi modo di aprire la bocca... COSA???? "No guardi, c'è una prenotazione a mio nome....etc...etc...." discussione animata e poco comprensibile tra Felice ed il figlio Franco, e quindi un "SEDETEVI PURE DOVE VE PARE" ... tanto tutti i tavoli avevano un cartellino sopra con su scritto "RISERVATO"....
Fu la scena più memorabile della mia vita d'osteria, indubbiamente! Ma ciò che seguì fu ancora più incredibile: dopo aver mangiato tutto il salamino affettato che era già nel piatto davanti a noi, senza proliferare commento alcuno, entrò Felice nella sala affollata da personaggi della Roma bene (politici, attori, gente dello spettacolo, etc...etc...) tutto contento decantando all'urbi et orbi che : "STASERA C'E' ER MINESTRONE!"
E la folla festante iniziò ad urlare ed applaudire "MINESTRONE! MINESTRONE! MINESTRONE!..." come nei cori da stadio...😱
Non si discusse la scelta, fu minestrone per me e cacio e pepe per Alessandra. Ad oggi, il miglior minestrone della mia vita e la miglior cacio e pepe per Alessandra!.
Seguirono un più tranquillo abbacchio al forno ed un coniglio alla cacciatora, davvero memorabili.
Il caffè giunse per alzata di mano e conta delle mani alzate da parte di Franco dal bar difronte nella strada...loro il caffè non ce l'avevano. Prezzo fisso col vino dei Castelli: 25000 Lire.
Ragazzi... che esperienza! 😂
Per il Gambero Rosso 2024: "Cucina tradizionale solida e genuina "romana" che ha il suo must nella "caio e pepe". L'abbacchio al forno con patate è un altro piatto imperdibile. Carta dei vini discreta e prezzi in linea con l'offerta"
Per il Golosario 2024:
Per il Touring: "Tra i due mercati del Testaccio, il vecchio e il nuovo, il locale fondato nel 1936 da Felice Trivelloni è ancora in attività e propone i buoni piatti della cucina romana. Un tempo trattoria per i muratori, i facchini e gli operai del quartiere, oggi propone anche, oltre al normale menu, un piatto diverso ogni giorno con menu prettamente stagionali. Tra i piatti della tradizione : tonnarelli cacio e pepe, mezzemaniche alla gricia, polpette al sugo, trippa alla romana e cotolette d'abbacchio panate con zucchine fritte. In carta alcune delle migliori etichette italiane"
Per Alice: "Se quello che cercate è un vero pasto "romanesco" questo è il posto giusto: tonnarelli cacio e pepe (fra i migliori della città ), rigatoni all'amatriciana, abbacchio e quant'altro rende famosa questa cucina. In un'atmosfera da vecchia osteria dei bei tempi andati. Sui 40 euro più il bere"
Per il Gambero Rosso 2006: "Chi è che non conosce e non ama questa storica trattoria nel cuore di Testaccio? Famosa oltre che per la bontà della sua cucina tipica romana, anche per il modo di Felice di selezionare i clienti: chi non gli andava a genio non entrava (in genere restavano fuori le donne e i tipi un po' snob). Ebbene se siete per caso tra quelli che fino a quest'anno avete avuto difficoltà a entrare, sappiate che le cose sono cambiate. Oltre ad aver subìto un restyling degli interni, la trattoria è nelle mani dello storico aiuto di Felice, che non più ragazzino, oggi segue il locale a distanza. Le cose vanno benissimo: la sala è affidata a giovani spigliati che sanno il fatto loro e la cucina è sempre buona come una volta. I piatti sono proprio tutti quelli della cucina romanesca, interpretati filologicamente. Matriciana, cacio e pepe, gricia, abbacchio al forno con patate (indimenticabile), testarella d'abbacchio, una prelibatezza difficile da trovare altrove, polpette al sugo, coda alla vaccinara, involtini al sugo. E poi i dolci golosissimi: tiramisù al bicchiere (da non perdere), millefoglie sbriciolata. Unica divagazione i dolci di Salvatore De Riso, il famoso maestro pasticcere di Minori. Poche bottiglie ma adatte alla cucina e vino della casa."
Per Osterie d'Italia 2014: "Quartiere prettamente popolare, un tempo Testaccio aveva il mattatoio, il campo di calcio, l'osteria di Felice Trivelloni (famoso per il modo burbero di "scegliersi" i clienti), meta di una clientela fedele, che annoverava fra i primi Roberto Benigni. Ora il mattatoio ha lasciato il posto al Macro e alla Città dell'Altra Economia, e il rione è di gran moda. Felice non c'è più, ma la trattoria,
rinnovata nell''ambiente e gestita dal figlio Franco, continua a offrire i piatti classici della tradizione romanesca in un clima gradevole. I tonnarelli cacio e pepe (11 €) sono all'altezza della loro fama, come pure l'abbacchio al forno con patate (18 €); alcuni piatti del meni (fin troppo vasto) hanno cadenza settimanale: giovedì gnocchi e sabato trippa, per capirci. Si inizia con un ottimo carciofo alla romana, filetti di baccalà in pastella, alici fritte per poi passare a gricia e carbonara, rigatoni al sugo di abbacchio, pasta e ceci o spaghetti alla Felice con pomodorini, ricotta salata, timo, maggiorana, menta, basilico e origano. L'abbacchio domina in forma di testarelle, coratella con carciofi, alla romana o alla cacciatora, costolette di abbacchio panate, ma non mancano le polpette di bollito, gli involtini al sugo, il baccalà , l'arzilla in bianco, di regola accompagnati da un contorno. Altrimenti, si possono ordinare separatamente la purea (5 €), la cicoria, i carciofi e le puntarelle con alici. Si chiude con un'ottima torta di pere e ricotta (7 €) oppure di cioccolato, ricotta e visciole. Carta dei vini molto interessante, specie
nella sezione laziale; Cesanese come vino della casa."
rinnovata nell''ambiente e gestita dal figlio Franco, continua a offrire i piatti classici della tradizione romanesca in un clima gradevole. I tonnarelli cacio e pepe (11 €) sono all'altezza della loro fama, come pure l'abbacchio al forno con patate (18 €); alcuni piatti del meni (fin troppo vasto) hanno cadenza settimanale: giovedì gnocchi e sabato trippa, per capirci. Si inizia con un ottimo carciofo alla romana, filetti di baccalà in pastella, alici fritte per poi passare a gricia e carbonara, rigatoni al sugo di abbacchio, pasta e ceci o spaghetti alla Felice con pomodorini, ricotta salata, timo, maggiorana, menta, basilico e origano. L'abbacchio domina in forma di testarelle, coratella con carciofi, alla romana o alla cacciatora, costolette di abbacchio panate, ma non mancano le polpette di bollito, gli involtini al sugo, il baccalà , l'arzilla in bianco, di regola accompagnati da un contorno. Altrimenti, si possono ordinare separatamente la purea (5 €), la cicoria, i carciofi e le puntarelle con alici. Si chiude con un'ottima torta di pere e ricotta (7 €) oppure di cioccolato, ricotta e visciole. Carta dei vini molto interessante, specie
nella sezione laziale; Cesanese come vino della casa."
Alcune immagini personali del Testaccio a Roma:
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