https://www.ristoranteilgabriello.it/
Voto: 95
Numero di visite: 1
Ultima visita: 01/2017
Fascia di prezzo: 40-74
Guide e recensioni: Espresso, Gambero Rosso, Mangiarozzo
-Roma- (RM)
Ho passato tutta la sera all' Eur ad attendere il mio caro amico Gian, mio compaesano che al tempo lavorava a Roma in quella zona, e finalmente, dopo aver girovagato e fotografato ogni angolo possibile ed immaginabile del quartiere romano, ci siamo infine recati a cena al Gabriello, ottimo ristorante in Via Vittoria, nel cuore di Roma.
Qui abbiamo cenato in maniera divina, in un contesto raffinato ed elegante, con un ottimo servizio e piatti davvero strepitosi.
Abbiamo optato per una cena di pesce, e devo dire che la scelta è stata molto azzeccata.
Tutto ottimo. Abbiamo cenato con Gabriele Salvatores al tavolo affianco al nostro, è stata davvero una serata particolare che ricorderò per parecchio tempo.
Per il Gambero Rosso 2024: "Menù sintetico ed efficace fatto di materie pregiate e classici con un piccolo "tocco creativo". Tagliolini alla rapa rossa, cacio, pepe e tartufo nero e il polpo rosticciato sono alcuni piatti di esempio. Cantina e servizio adeguati"
Per il Golosario: "Capita anche a me di fare delle scoperte tardive e di dire: ma come non c'ero mai stato prima? Eh già : ma che volete farci, Roma è così. E dire che ci ho passato mezza vita. E ora mi trovo a dovermi misurare con un rimpianto gastronomico perché qui si mangia bene e si percepisce che dietro le spalle c'è una solidissima scuola familiare. Se dico che Roma è cosi è perché somiglia un po' alla Bocca della Verità : tu ci infili la mano dentro e non sai mai se la tirerai fuori tutta intera. Capita nei ristoranti capitolini di essere ingannati dalle apparenze. Perciò è con piena soddisfazione che vi consegno questo indirizzo. II locale è gradevolissimo: una bomboniera dove vetustà aristocratica dei muri seicenteschi si sposa perfettamente con citazioni d'arredo contemporaneo. Se ne sta a ridosso di piazza di Spagna non lontano da quello che fu il porto tiberino di Ripetta. E questo spiega la sua architettura. In antico, nella Roma del massimo barocco, questa era una cantina: un posto dove si teneva il vino buono. Un fondaco per le navi che scaricavano appunto alle banchine di Ripetta. Con passione per la loro Roma i fratelli Claudio e Gabriele Conti hanno restaurato gli antichi muri lasciando intatte le volte e vi hanno inserito elementi di modernità . Il loro primo obiettivo era far star bene gli ospiti. E non si è pronipoti di una famiglia di osti che da quattro generazioni si occupa di vendere buon vino e offrire cibo d'appetito per niente. L'ambiente che hanno creato è intimo, accogliente, non affettato, ma neppure dégagé. E' davvero un perfetto contenitore per la piacevolezza. Che arriva sotto forma di piatti ben proposti attingendo dalla tradizione romanesca, ma soprattutto esaltando l'ingrediente con misurata creatività . La cucina dei Conti è una cucina dell'immediatezza per cui il menù è assolutamente stagionale. Sanno muoversi perfettamente tanto sui piatti della tradizione quanto di piatti ben sul pescato, e soprattutto per il menù di pesce ci si deve affidare a ciò che il mercato offre e che Claudio e Gabriele traducono in proposta gastronomica. Certo il cacio e pepe, la amatriciana, l'abbacchio non mancano mai. E quasi sempre nel menù del mare trovate paccheri ai crostacei (che possono essere scampi o mazzancolle o astici), poi c'è un pesce di cattura da fare al sale, all'acquapazza, in griglia, con gli odori mediterranei. Una particolare cura la trovate nella proposta delle carni: manzo, agnello, ma anche accenni di cucina del quinto quarto peraltro alleggerita e perfettamente interpretata. I dessert cambiano spesso, da segnalare la sfogliata con crema e frutti di bosco. La cura del locale e la tradizione di famiglia impongono un'ottima scelta di vini: 200 etichette, il meglio del Lazio, certo, ma anche una buona selezione d'Italia, stando però attenti alla compatibilità con la cifra della cucina. C'è pure una discreta carta dei distillati che serve a invogliare a prolungare la sosta. Perché se per me Il Gabriello è stato difficile da trovare, è stato ancora più difficile staccarsene. E capiterà anche a voi. Questo è un pezzo di Roma felice e autentica"
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